Un servizio di Francesca Sironi, pubblicato sul settimanale di Repubblica: D (donna), sabato scorso, descrive la nascita, avvenuta qualche anno fa, di un movimento tutto al femminile, per cambiare tradizioni millenarie nella società e nella famiglia. Nel recente passato, avevo scritto un ammirato elogio delle combattenti donne, che affrontano l'Isis al fianco degli uomini del Ypj, l'esercito composto da turchi e siriani di etnia curda. Non ne conoscevo però, l'origine, pensavo dipendesse dal bisogno di aggiungere elementi femminili, a forze composte da uomini, di numero insufficiente. Sbagliavo, le donne si erano organizzate in maniera autonoma, non solo per combattere. Una donna Ayse Gokkan, turca del Diyarbakir, un territorio al sud della Turchia, confinante con la Siria, dove è sindaco di Nusaybyn, abitata prevalentemente da curdi, è l'anima di una rivoluzione, tendente a rovesciare , abitudini, radicate, nelle famiglie e nella società, dominate, fin ora, dai maschi. Per spiegare quale sia, ancora oggi, la condizione famigliare delle donne in quel territorio, rubo qualche frase all'articolo:
IL NEMICO E' ANCHE IL MODELLO EREDITARIO E RELIGIOSO, CHE IMPONE ALLE MOGLI IL SILENZIO E GIOGO ALLE BAMBINE.
Ayse Gokkan afferma:<No, non finirà come le altre volte. Non andrà che, raggiunta una pace, le donne rientreranno in casa, No, questa volta,non torneremo indietro>
Riprendo il mio discorso. Quella dichiarazione e la precedente frase, riguardante le done e la bambine, non sono semplici esternazioni di una persona singola, sono alla base di un movimento, tutto al femminile, ormai ben radicato nella società curda. Il movimento ha dato vita ad agenzie giornalistiche, scuole dove si insegna la parità di genere e il rispetto delle differenze, centri anti stupro, imposto quote di rappresentaza femminile nelle istituzioni locali, sportelli di ascolto per ragazze. Queste iniziative, pur osteggiate dal governo centrale turco, raccoglie un numero di persone, fra attivisti e assistiti, in continua crescita, con il contributo, non richiesto, ma ben accetto, di soggetti maschili, convinti, come me, sia giunta l'ora di cambiare indirizzo, rispetto al passato. Un movimento civile, che non rifiuta l'altro movimento, quello che ha realizzato un vero e proprio esercito di sole donne combattenti. Dalle semplici soldato al più alto grado, i generali, non esiste la presenza di un uomo. Un esercito molto temuto, dai fanatici combattenti del Isis, in quanto essere uccisi da donne, comporta l'esclusione dal paradiso, secondo la religione musulmana.
Chiudo: Laggiù si è acceso un piccolo lume, come piccolo lume si poteva stimare l'illuminismo, ai suoi tempi, ma come l'illuminismo ha poi, incendiato noi tutti, spero che, il piccolo lume, acceso dalle donne curde, incendi tutto il mondo femminile, unica mia speranza per cambiare l'indirizzo mortuario dell'attuale società, costruita da noi uomini, cumulante errori, sufficienti a erigere una catasta infinita.
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