giovedì 19 novembre 2015

Sconcerto.

Questo post, non so se sia opportuno e saggio scriverlo, perché vivo un momento di sconcerto. Il sentimento mi arriva dalle molte discussioni su cosa sa l'Islam è, in va derivata, il Cristianesimo e altre forme di religione. Sconcerta sentire i vari pareri, sia di esperti quanto di persone comuni. Gli esperti, persone di religione e non, affermano l'estrema difficoltà, degli studiosi, nell'interpretazione delle sacre scritture. Ho sentito dire:--Il tale ha impiegato anni, solo per chiarire 40 pagine del Corano-- Questo per dimostrare la difficoltà d'interpretazione del testo. Parimenti so che, anche certi studiosi della Bibbia, impiegano la vita intera nel medesimo tentativo.
A me, tutto questo sbattersi sconcerta, perché quando sento, gli esperti, ma anche i non esperti, dare interpretazioni diverse, sui versetti dei testi sacri, l'immediata impressione, è di assistere a una scalata su vetri oleati. E mi chiedo: Possibile sia stato Dio, a ispirare tanti concetti, così oscuri d'aver bisogno dell'interprete, per capirli? E se c'è necessità dell'interprete, chi può assumersi il compito? Una persona comune, quindi anch'io? Oppure esistono "unti dal signore" preposti dall'autorità divina? Ma se, anche gli unti dal signore, trovano tante difficoltà a capirci qualcosa, quando mai, la verità sarà possibile conoscerla? Ecco perché, sono assalito dallo sconcerto, però!
Però, anche lo sconcerto, si può e si deve contenere nel minimo. Come? Ragionando. Se, le sacre scritture, presentano un quadro dove è difficile vederci qualcosa, peggio del peggior dipinto astratto, il quadro dell'umanità, pur complesso, si fa leggere senza bisogno degli unti dal signore. Intanto si incomincia da un numero semplice:2, il soggetto femmina e il soggetto
maschio. Procedendo, l'analisi si complica un po', perché sopravviene il colore della pelle, a dividere. Ma ci si può soffermare solo a una superficie? No, certo! Proviamo a penetrarla. All'interno le differenze sono minime. Solo fisiche però, perché, se si sale in alto, s'incontra il cervello e, lì, le differenze incominciano a evidenziarsi. Sono tanto evidenti, da dividere i soggetti umani nel numero: 7 miliardi e rotti. Complica? Essì, complica, il numero è tutt'altro che semplice. Tamto più complica, perché i possibili denominatori comuni si riducono a 1, l'origine comune di come i soggetti nascono: un gamete maschile e l'ovulo femminile, in pari responsabilità, altri non esistono. Cosa si può fare, quindi, per dare ordine alla complicanza? Nulla, si deve prendere coscienza, che ogni soggetto è differente dagli altri, cioè ogni soggetto è unico in sé. Non va bene? Si trovi l'introvabile denominatore comune e, poi, se ne discuterà.
Tutta questa filippica, vuole arrivare a un punto fermo: abbiamo sempre complicato il semplice. Se si provasse a cambiare?
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