Scherzi, prese in giro, burle per far cadere l'ingenuo in equivoco, questo era l'intento nel corso del carnevale è, più accentuato uso, il 1° aprile, il classico pesce. Una perversa malattia sociale, negli ultimi tempi, ha colpito la bufala, apparentandola sorella stretta alla menzogna, alla diffamazione e alla calunnia. Caderci e credere alle bufale, non sono solo più, gli ingenui, bensì, pur con superficialità, quasi tutti gli utenti dei social.
Sufficiente, ai costruttori delle bufale, trovare un argomento che incuta disagio, peggio paura. Una schiera di professionisti, lucrano denaro in questo, disonesto, modo. Basta creare un blog, una testata giornalistica fasulla e il gioco è fatto, si pubblica su Facebook e altri social, sicuri di ricevere un gran numero di: mi piace e, a ogni clic per accedere alla notizia completa, incassare. Non si sottraggono alla pratica, anche i veri giornali che, a seconda dell'orientamento politico, cercano di favorire il partito di riferimento. A usare, con perversione massima, le bufale, si aggiungono certi personaggi della politica ufficiale. Non parlo delle promesse dei politici, bufale sì, ma a caderci, ormai non è rimasto nessuno. Sono le notizie tendenziose, per accrescere il proprio favore elettorale. Ne cito una, anche se un po' vecchiotta, emblematica nel diffondere allarme: I migranti porteranno l'Ebola da noi. Mai un caso, per il semplice motivo che, un ammalato d'Ebola, sarebbe morto, ben prima di imbarcarsi nel viaggio verso l'Europa. Non cadere nella trappola di una bufala, è semplice: si contatta il sito bufale.it. Non è dovere, ma è saggio verificare l'attendibilità di una notizia, prima di dare corso alla diffusione, perché le bufale danneggiano tutti, nel vivere civile.
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