Nessun partito, fra i presenti nelle due Camere, coglie il mio pieno consenso. Quando si presenta l'obbligo elettorale, seguo il consiglio, dato molti anni fa, da Indro Montanelli, mi turo il naso e cerco di scegliere il meno peggio. Perché il partito in cui mi ritroverei, era nato morto nel 1948: Giustizia e Libertà. L'unico privo di ideologie, laico e senza fazioni interne, dedito a un unico scopo: condurre l'Italia verso la democrazia e il popolo a sentirsi composto da cittadini dopo vent'anni di dittatura e secoli di sudditanza. Alla guida erano persone ormai dimenticate: Piero Calamandrei, Alessandro Galante Garrone, il giovane Norberto Bobbio e, un po' defilato, Altero Spinelli. Stimo sia loro fortuna, essere scomparsi prima di vivere l'oggi, cosa che non è successa a me. Fossero ancora in vita, dovrebbero confrontarsi con il nulla cambiato, nella visione politica degli italiani, da quel lontano '48, giorno della loro e mia sconfitta elettorale, anche se, considerato i miei 17 anni d'allora, mi era impedito di votare.
Vengo al dunque. L'Italia contadina e bigotta, di allora, si è trasformata in paese industrializzato e bigotto. Anche lo spirito fascista è rimasto, come l'opportunismo e il trasformismo politico, non solo quello delle classi dirigenti. E' rimasta però, la costante del bigottismo mascherato. Ieri, nel difetto, ci è persino caduto Beppe Grillo, l'anti sistema per antonomasia, colui che, tutto, stimava sbagliato, da riformare. Evocando il solito: Tema etico, si è rimangiato il precedente dictat: la Cirinnà si vota integra, o non si vota. Dando libertà di coscienza al voto, si è allineato alla conservazione degli Alfano, Formigoni etc. e poco distante dalla folla del Family Day e dei vari Gianfraco Amato, Massimo Pandolfini, Mario Adinolfi e i fanatici neocatecumenali, il peggio dei dei movimenti omofobi. Mi pare di sentire già, il tintinnare delle coppe nei brindisi, perché il DDL verrà bocciato. Ne ascolto anche qualcuno vicino, fra le mie amicizie facebook, persone cui voglio rinnovare l'invito di allontanarsi da me, in quanto non sopporto il giudizio gratuito dettato da pensieri farisaici, ipocriti, preconcetti motivati da omofobia.
A chi, invece, guarda al movimento 5 stelle, voglio consigliare di rivedere la propria fede acritica nei guru Beppe e Gianroberto, perché la democrazia non ha bisogno di direttori e direttorio, nemmeno di caporali, si nutre nel confronto d'opinioni diverse, per arrivare al miglior compromesso possibile, in favore del popolo ed anche quindi, delle persone omosessuali, perché del popolo sono parte.
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