AFRICA: Algeria, Angola, Benin, Botswana, Burundi, Camerun, Comore, Egitto, Eritrea, Etiopia, Gambia, Ghana, Guinea, Kenya, Lesotho, Liberia, Libia, Malawi, Mauritania, Mauritius, Marocco, Namibia, Nigeria, São Tomé e Príncipe, Senegal, Seychelles, Sierra Leone, Somalia, Sudan del sud, Sudan, Swaziland, Tanzania, Togo, Tunisia, Uganda, Zambia, Zimbabwe.
ASIA: : Afghanistan, Bangladesh, Bhutan, Brunei, Iran, Kuwait, Libano, Malaysia, Maldive, Birmania, Oman, Pakistan, Qatar, Arabia Saudita, Singapore, Sri Lanka, Siria, Turkmenistan, Emirati Arabi Uniti, Uzbekistan, Yemen.
AMERICA LATINA E CARAIBI: Antigua e Barbuda, Barbados, Belize, Dominica, Grenada, Guyana, Jamaica, Saint Kitts e Nevis, Santa Lucia, Saint Vincent e Grenadine, Trinidad e Tobago.
L'elenco unisce i 78 Paesi, dove l'omosessualità è punita per Legge, 71 con pene che variano da 1 anno di detenzione all'ergastolo, con l'accessorio, in alcuni casi, delle frustate o vere e proprie torture. Qualche Nazione con il lavoro forzato.
7 degli ordinamenti prevedono la morte.
In Mauritania per mezzo della lapidazione pubblica nelle piazze.
In Sudan lapidazione cui partecipano i famigliari
Nella Nigeria del nord lapidazione
In Somalia lapidazione
Nella Repubblica islamica dell'Iran impiccagione
Nello Yemen lapidazione
Nell'Arabia Saudita taglio della testa.
Aggiungo, di mio, il frequente linciaggio, nelle carceri, subito dagli omosessuali da parte degli altri detenuti. Senza contare che, quando si tratta di giovani appetibili, le violenze sessuali avvengono giornalmente. Questo, nelle carceri maschili. Nelle femminili. a costringere le lesbiche al sesso, sono i medesimi tutori della legge e i guardiani, più raramente le detenute, non mancano però, i casi di linciaggio. Nelle carceri, è noto, vivono i paria della società, gli omosessuali, femmine o maschi siano, sono i paria dei paria stessi. La brutalità del trattamento, avviene subito. Il giorno medesimo dell'ingresso, vengono privati di ogni diritto, seppur quelli minimi destinati ai condannati. Il letto, nelle celle, per l'omosessuale è il pavimento, possibilmente al fianco delle latrine, meglio all'interno. Eventuali oggetti, in loro possesso, sottratti dai compagni di prigionia. Le botte, giornalmente distribuite, con il corollario degli insulti e degli sputi. Descrizione troppo fantasiosa? Chi lo crede, segua l'invito d'andarsi a leggere la descrizione fornita, dai sei ragazzi tunisini, condannati di recente, del loro soggiorno in carcere. Pochi giorni, prima della concessione della libertà vigilata, in attesa dell'appello, ma che segneranno la loro vita per sempre. Lasciati senza cibo, senza coperte, senza branda, senza visite parentali, in balia dei compagni di detenzione, ben felici di avere a disposizione sei ragazzi dai diciotto ai venti anni, non solo per umiliarli e riempire di botte. Il resto alla vostra immaginazione.
Esco dal mondo carcerario e dai Paesi sopra elencati, per entrare nel resto del mondo. Niente prigione quindi, solo discrimine. Ma quanto può pesare, in negativo, il discrimine, nella crescita delle ragazze lesbiche e nei ragazzi omosessuali? Siamo sicuri non siano relegate e relegati all'interno di una prigione senza sbarre? Dove i carcerieri siamo noi? Gli aguzzini che impiccano, gettano dai palazzi, cospargono di benzina e incendiano le centinaia di adolescenti, ogni anno nel Mondo? Certo, non fisicamente, ma con le parole e gli atteggiamenti sì, eccome. Immaginate quale sofferenza, forse indelebile, provocano giudizi e insulti? Immaginate la difficoltà di vivere di una ragazzina o un ragazzino, buttato fuori casa dai genitori? Pochi casi? Il 50% dei senza casa, negli Stati Uniti, è formato da ragazze e ragazzi, omosessuali, Il numero, per difetto, si aggira su 1.500.000. Quanti nel resto del mondo? Quanti potranno costruirsi una vita decente? Quanti subiranno aggressioni? Quanti moriranno di stenti e malattie? Per cosa poi? Perché amano diversamente da me? Perché hanno rapporti sessuali diversi dai miei? Andiamo! Queste non sono ragioni per discriminare, non danneggiano me e nessun altro. Disturba pensare cosa fanno a letto? Personalmente, disturberebbe anche, sapere cosa fanno i miei vicini di casa. Disturba vederli scambiarsi tenerezze? Magari fossero di più, le tenerezze scambiate, etero o omo, nella nostra società inaridita dal chiudersi in sé e il proprio modello.
Vorrei evitare d'inasprire la disputa laico-religiosa, ma una parola è d'obbligo. Da laico, non credente, invito le persone credenti e le gerarchie ecclesiastiche, a smetterla con la misericordia a parole, con la carità esibita e non praticata, con l'accoglienza rispettosa di facciata, come detta il catechismo, per riassumere il messaggio salvifico di Gesù, dedicandosi, come non hanno mai fatto, semmai il contrario, a smentire quei cristiani che, come in Uganda, hanno ideato la legge che punisce, fino all'ergastolo, le persone omosessuali, solo per il fatto di esserlo. Invitando, per di più, il popolo alla delazione.
Chiudo con la riflessione: Siamo sicuri che, da parte delle persone omosessuali, il riconoscimento dei diritti civili di coppia, sia atteso per correre a unirsi? Oppure, finalmente, vedersi restituire la dignità di persona, loro sottratta da secoli? Perché sì, erano persone in carne e ossa ma, anche: sporca lesbica o frocio di merda e un codazzo di altri epiteti offensivi. E noi? Ecco, restituendo dignità ad altri, avremo la possibilità di far risalire la nostra, perché un bel po', si era scesa discriminando.
Ultimissima considerazione, dedicata ai partecipanti al Family Day.
Signore e signori, fatevi curare! Non a causa della vostra omofobia, è solo paura di cosa non si capisce, ma perché esternare opinioni senza senso è segno d'ignoranza. E l'ignoranza è malattia curabile.Istruendosi.
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