giovedì 14 aprile 2016

Parte prima sul voto di domenica(scritto ieri)

Il voto di domenica 17, un si o no meditato? Temo non lo sarà. Da un po'appaiono sulla mia pagina, con prevalenza del sì, i propositi di voto. Devo ammettere di non aver ancora deciso, né per l'una o l'altra opzione, la terza, del non voto, è fuori della mia abitudine. La mia indecisione deriva dal fattore: conoscenza e, nell'attuale momento, non sono ancora informato su tutti i risvolti e conseguenze, che un sì o un no possano implicare. Con il sì, si schierano fattori di carattere ecologico: protezione di mare e coste da un possibile inquinamento, il no pesca ragioni sul fattore economico e perdita di occupazione lavorativa. Ragionando su quale interesse sia prevalente, fin ora, ho collezionato solo dubbi.Entrambe le opzioni, offrono ragioni da vendere per essere votate, siccome però, è necessario scegliere, il fattore da escludere, nella scelta, è l'emotività. Per non farla troppo lunga, oggi, metterò in discussione il positivo e il suo contrario, d'una possibile vittoria del no, rimando a domani il sì.
Attualmente, in Italia, operano 887 pozzi estrattivi, 532 a terra, 355 in mare, quelli in questione nel referendum. Di quest'ultimi solo una parte viene coinvolta, i pozzi all'interno delle 12 miglia marine, vale a dire 22 chilometri e 224 metri, Dei pozzi operanti in questo limite, 66 estraggono petrolio o lo stanno cercando, i restanti estraggono gas metano. Ovvio, il potenziale d'inquinamento deriva, in maggior parte dai 66 petroliferi, dei quali, circa un terzo, rimarrà operante essendo fuori le dodici miglia. La produzione, nel 2015, di petrolio in mare, è stata poco più di 750 tonnellate di greggio sul totale Terra--Mare di circa 5 miliardi e mezzo. Il frutto complessivo in denaro, fra tasse e royalty, porta al bilancio dello Stato 1,3 miliardi con le prime e 340 milioni con le seconde. Sulla bolletta energetica, gas e petrolio italiani coprono il 10% del totale.
Incasso del fisco e risparmio sulla bolletta energetica, sono i lati positivi. Il contrario è rappresentato dai rischi derivanti da estrazione e trasporto, dalla corretta trattazione delle acque reflue ed altre scorie residue dell'estrazione. Su estrazione e trasporto, è necessario seguire le più rigorose procedure di sicurezza, operazione consentita da una tecnologia, ormai molto avanzata. Punto di dubbio: costa e siccome costa si farà? Acque reflue e scorie residue, correttamente trattate, non sarebbero altro di un restituire, alla terra, minerali sottratti. Il dubbio, in questo caso, è rappresentato da una S. Messa davanti, "correttamente" cambia significato. Stop, per oggi.

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