Oggi,
uno dei giorni più festeggiati, scrivere di faccende tristi pare
inopportuno. Perciò, l'argomento odierno è dedicato ai miei
coetanei. Sarà che invecchiare non piace a molti, sarà perché è
di moda apparire giovanili, sarà perché non si colgono i limiti
imposti dell'età, sarà quel che sarà, è molto apprezzata, dai
miei coetanei, l'attività sportiva del gareggiare. Nulla di male, se
la ci si fa, però il partecipare, del fu De Coubertin, non viene
apprezzato, meglio il partecipare, per vincere. Nemmeno in questo
nulla di male, vincere procura piacere, perdere no. E qui, arriva il
punto dolente: vincere con la frode. Già un po' ridicolo vedere
ottantenni gareggiare i 100 metri piani con il viso stravolto dallo
sforzo per giungere al traguardo, oppure nel tentativo di lanciare il
peso, senza farselo cadere sui piedi, si viene travolti dallo
sghignazzo quando si viene a sapere che, gli arzilli vecchietti,
assumono dopanti per risultare primi. E pazienza ancora se, la gara,
è ufficializzata da federazione apposita, il colmo del ridicolo,
viene colto dai gruppi di nonnetti in bici, impegnati fra loro, in
gara privata e, per arrivare primo, qualcuno assume Epo. Infarto alle
porte e ben gli stà.
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