Facile rispondere alla solita domanda: a cosa stai pensando? A un video di venerdì scorso e una notizia. Entrambi descrivono il modo per spegnere una vita in modo efferato. La vita di un ragazzo senza nome e quella del ragazzo Giulio Regeni. Di Giulio si conosce la storia e le terribili torture concluse con la sua morte, non si conosce però, il motivo né il nome degli assassini, l'altro ragazzo perde la vita con il capo separato dal corpo. Di Regeni non si hanno immagini, mentre la sequenza di immagini descrivono la decapitazione dello sconosciuto, in ogni particolare, all'interno di un video, postato sulla mia pagina e scomparso pochi minuti dopo. Conosco e stimo la persona che lo aveva condiviso, accompagnato dal dubbio: Non so se sia giusto. Era giusto, è giusto, perché ignorare è sempre sbagliato, voler ignorare per risparmiarsi sofferenza, è stolto comportamento. Vigliaccheria, insomma. Pur con lo stomaco contratto e gli occhi umidi, avevo visto il ragazzo in ginocchio, con le mani legate alla schiena, volgere uno sguardo smarrito verso l'aguzzino che, di lì a poco, messosi alle sue spalle, con un coltello alla gola, in meno di un minuto gli staccava la testa dal corpo, per poi alzarla, a mo di trofeo, tenuta per i capelli. Di Regeni ho dovuto immaginare. Più di venti fratture ossee, le orecchie mozzate, unghie strappate ai piedi e alle mani, segni di percosse in tutto il corpo, tagli dappertutto sulla pelle, torsioni del collo al limite, l'ultima fatale. Due episodi, ma due in mezzo a molti altri simili episodi che, tutti insieme, fanno strage. Entrambi i casi, fanno riferimento alla tortura, esplicita in modo fisico, quello di Giulio Regeni, più sottile quella adottata per il ragazzo decapitato. Entrambi i casi, sono frutto di ideologia, l'ideologia della morte come mezzo di coercizione in favore del potere, sia esso terreno o trascendente a Dio. Entrambi i casi, fanno parte dei crimini contro l'umanità. Si può rimanere inerti ad assistere?
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