venerdì 19 giugno 2015

RABBIA, DELUSIONE, RABBIA.

Sapevo già, di avere un carattere difficile da gestire, sopratutto a me. Questa mattina, le notizie raccolte, mi hanno fatto pensare che: morissi domani, meglio nell'attimo, smetterei di soffrire.
Fosse una semplice preoccupazione per un fatto personale, saprei gestirla, quelle derivanti dalle notizie odierne, mi trovano spoglio di ogni possibilità per cercare un rimedio, anche parziale. Certo, la morte toglierebbe tutte le sofferenze, e la morte si può ottenere di motu proprio, ma non potrei mai uccidermi, per una precisa ragione: non rimedia nulla, anzi aggiungerebbe un problema a chi rimane. Descrivo il perché del mio stato d'animo.
Non riesco, proprio mi è impossibile, fregarmi delle altrui sofferenze. Mi rendo conto di vivere in tempi non molto diversi di quelli passati, sempre si sono verificate stragi, guerre, interi popoli sottomessi a tiranni ferocissimi, ma come si verificano oggi, si poteva evitarlo in preventivo, invece si affrontano con la banalità disarmante del: <cosa frega a me, non mi riguarda, fin che non mi tocca, rimango tranquillo a osservare>. Non parlo delle singole persone, ma di interi Stati. L'Unione Europea, già ridicola nel termine "unione", si avvia a disunirsi in staterelli, dove ognuno eleva barriere, il più alte possibile, onde proteggersi da presunte invasioni. Gli Stati Uniti e la Russia, rispolverano la vecchia cortina di ferro, d'infausta memoria. Nel sudest del mondo, nascono satrapie medioevali, in Asia, India e Cina, gonfiano la popolazione di parecchi milioni l'anno, seguite a ruota dagli Stati minori. In fine l'Africa, rigurgita un flusso disperato di migranti, dopo essersi gonfiata, in poco più di un secolo, da cento milioni di abitanti a un miliardo. A carattere generalizzato, si è distrutto, e si distrugge, l'habitat animale, con la distruzione di quello vegetale. Non avesse una conseguenza tutto ciò, potrei fregarmi anch'io, però esiste. E' rappresentata da un paio di miliardi senza sufficiente cibo, acqua, istruzione, accesso a strutture sanitarie, un minimo di libertà. In compenso, ben provvisti di sfruttatori, malattie, sete, fame, schiavitù ai nuovi tiranni. Ecco, pensare a questo, mi fa soffrire e mi spinge alla rabbia di non poter far nulla. Spesso, sento dire: al mondo c'è n'è per tutti, anche di più, anche si arrivasse a dodici miliardi si avrebbe abbastanza per nutrire tutti. Sarei d'accordo, ma poi, guardo il piatto dove mangia il Solone, il suo ventre, i suoi abiti, i comodi di cui gode, e mi arrabbio al punto da desiderare di ucciderlo, nell'attimo.

mercoledì 17 giugno 2015

        DUBBIO ATROCE
Questa mattina, al risveglio, ero stato colto da un pensiero inquietante che, ancora adesso, non riesco a cancellare. Tempo addietro, un mio commento riguardante l'evoluzione darwiniana, auspicante un salto di qualità, dell'essere umano, in quanto a intelligenza, una persona amica, fra quelle che tengo in palmo di mano, mi aveva fatto notare che, il sistema evolutivo, privilegia non chi è intelligente, bensì quegli esseri più adatti a rapportarsi ai cambiamenti, mano, mano si presentino. Il dubbio atroce, quindi, è nato da quella precisazione.
L'essere umano, senza dubbio, si è evoluto moltissimo da quando, più o meno, era un Primate fra altri simili.
Però, ha mantenuto una costante: l'egoismo, violento, per imporsi a comando del prossimo, la Storia del passato, e quella in corso, dimostrano l'assunto perciò, sospetto questo tratto umano, il saliente per adattarsi meglio ai cambiamenti epocali. Una contraddizione, si direbbe, perché costante sembra in conflitto con cambiamento. Eppure, da sempre, per emergere su resto della società, egoismo e violenza hanno privilegiato chi li ha adottati. Si dirà: non sempre. Vero, ma perché altri, più violenti ed egoisti, hanno prevalso sugli uni, ma sempre rimanendo nella medesima categoria. Gli esempi sono infiniti, come le conseguenze. Un solo pensiero, mi salva dal pessimismo derivante dal dubbio atroce: un secondo dubbio: ho centrato, o non ho centrato, con il mio scritto?  

mercoledì 10 giugno 2015

Analisi sociale.

All'Italia, all'ultimo giorno di scuola, ai cittadini di questo Paese disorientato. All'Italia, auguro di sottrarsi alle chiacchiere dei politici. Al mondo della scuola, allievi e insegnanti, un'estate di riposo. Ai cittadini, un po' di sale in zucca, me compreso. Decenni di sapore sciapo, hanno annichilito il pensiero proprio, ci siamo ridotti a ricorrere a slogan preconfezionati, dai più innocui, estratti da siti appositamente creati, fino a salire la scala spalmata di pericolosi proclami da parte dei personaggi che infestano, e avvelenano, la vita sociale: uomini(e donne) del variegato palazzo della politica. Mai un discorso chiaro, mai, nemmeno, un argomento sviluppato a fondo, meno che mai, avvertirci di vivere all'interno di un Paese in profonda crisi identitaria e in continuo regresso socio-culturale. Anche la crisi finanziaria, la evocano attraverso il flebile chiarore al fondo del tunnel, imboccato anni fa, senza aggiungere però, il decennio, o più, necessario a recuperare la piena luce. Hastang, ecco, in quello sono abilissimi, come si è abilissimi a rispondere con hastang al hastang, noi cittadini( la tentazione sarebbe:sudditi). Cosa altro si può confezionare, in 140 caratteri, se non slogan? Quindi siamo la società, che comunica, solo, attraverso a slogan? Può una società accettare di essere governata a slogan? Certo che no! Ma, chi è il colpevole della situazione? Facile:NOI, prigionieri del CARISMA. Può essere una grande dote: il carisma di una persona, se la persona possiede anche altre doti. Deleterio, invece, se è l'unica, perché induce a pensare grande, un piccolo individuo. Senza fare nomi, nel nostro recente, e meno recente passato, chiunque può estrarne a decine, di piccole persone con carisma. Anche oggi, parecchi sono ben in vista. Hanno tutti una costante: il successo. Per sapere chi glie lo ha dato, è sufficiente guardarsi allo specchio. Ma si può rimediare l'errore, impedendosi d' ascoltare chi, con solo slogan, si rivolge a noi, riprendendo l'abitudine a formulare pensieri propri. Ben meditati.

martedì 2 giugno 2015

POLITICANTI E POLITICA


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Breve commento ai risultati delle recenti elezioni. Consiglierei, agli elevati al comando, di abbandonare, da subito, i toni della campagna elettorale, e di applicarsi a governare bene, altrimenti darebbero il sospetto di aver sbagliato mestiere. Più adatto: Imbonitore da mercato, o venditore di tappeti, finto orientali.

lunedì 1 giugno 2015

Fiore.

Adesso · 
La poesia dell'amico Giancarlo Mollinari
FIORE 
Cos' e’ un fiore? Una macchia, una
Goccia di colore, di paradiso una traccia?
Reciso,prova dolore?Profuma,delicato 
lo sfioro.Trema,sara’timore?Ritiro la mano,
e’ cosi bello,lo lascio li’
Giancarlo Molinari 
ITALY