domenica 5 aprile 2015

In memoria.

Nessuno, proprio nessuno ha pensato, come è successo per Charli Hebdò di dichiararsi Je suis un des etudiants assassinè en Kenya? Io lo faccio!

Kenya.

Sciagurato! M'inchino al giudizio dedicato a me, da me stesso. Mi ero dedicato alle pizze, mentre avrei dovuto accedere, alle notizie del giorno, subito. L'ennesima strage Jihadista, mi avrebbe distolto, da sciocchezze gastronomiche. Non voglio attardarmi su cose già dette. Una però, voglio ripeterla: quando si prenderà in considerazione la morte, innocente, di tanti ragazzi, di pelle diversa sì, ma perfettamente uguali a noi, nel resto, anche in preziosità di vita? Fosse successo in Italia, l'episodio successo in Kenya, non credo si sarebbe contenti, sentir dire: beh, meno male, non è successo a noi. Insisto a dichiarare necessario distruggere le forme di fanatismo islamico, gli pseudo stati dove governano(?), zittire, nel modo più drastico, la predicazione dei mullah estremisti, e seccare il flusso di risorse, denaro e armi, alla fonte. Difficile l'ultima? Difficile no, scomoda. Perché è scomodo rinunciare a industrie floride e potenti, perché è scomodo svelare i percorsi, sommersi, dove fluisce il denaro usato a finanziare la Jihad. Purtroppo, quei canali, godono anche il flusso di denaro legale, ma anche illecito, dei grandi affaristi, per occultare guadagni, altrimenti a rischio di tassazione. Speranze? poche, salvo quando succederà, di vedere troppo vicino: il rischio. Ma siamo lì,lì.

Sonetto.

FIORE 01/04/2015
Cos' e’ un fiore? Una macchia, una
Goccia di colore, di paradiso una traccia?
Reciso,prova dolore?Profuma,delicato 
lo sfioro.Trema,sara’timore?Ritiro la mano,
e’ cosi bello,lo lascio li’
Giancarlo Molinari 
ITALY

Pizza the best.

Pensiero gastronomico: pizza. Nessuna ricetta di cucina regionale si è diffusa tanto rapidamente in ogni angolo del globo. Ma è vero? Ma è vera pizza? Alla prima domanda si può rispondere un sì, senza temere l'errore.La seconda, ha bisogno d'essere accompagnata da un'ulteriore domanda: cosa s'intende per: pizza? 
Già il: "che pizza" ha significato confuso. Però, superato dalla confusione di certi pizzaioli, meglio definirli:pseudo. Fantasia, è il loro mantra. Ma è fantasia stendere, come base, un impasto che, con quello del pane, non ha la minima attinenza, né per quanto concerne la levitazione, nemmeno nella scelta delle farine impiegate, né alla giusta quantità dell'acqua. Chi ci infila olio, chi grassi meno nobili, mentre l'originale prevede: farina, acqua, lievito madre, niente o poco sale. Il disastro, però, avviene nel piano superiore, quello dove viene steso il condimento. Lì, si scatena la più dissennata fantasia. Pomodoro, bene, ma la quantità varia secondo l'estro: pochissimo, così, così, giusto, abbondante, eccessivo. Qualità: pomodorini, fresco, pelati, in scatola, qualsiasi, il più nobile san marzano, passata, concentrato diluito in acqua. Ingredienti vari arricchiscono(?) la superficie: verdure (le più disparate, rucola compresa, il peggio) salumi ( dal cotto al crudo, tutti superflui) pesce (ahimè! Dimentichi dell alice salata, si è arrivati, persino, al salmone affumicato)
Conclusione. Possibile aver dimenticato le deliziose: napoletana, pescatora, margherita, essì, anche la variante romana con i capperi?
Ah! Dimenticavo i forni. E' vanto dichiarare: "a legna". Perfetto, nel forno a legna, la pizza, assume un sapore, e un profumo, impossibile da ottenere nelle versioni a gas, o elettriche. Ma, se infilo nel forno a legna una schifezza, penso di vederla uscire gustosissima pizza?

Autoscherzo.

1° Aprile, giorno dedicato allo scherzo, ne ho ricevuto uno dal mio cervello: ha smesso di pensare.

Vecchiaia insulsa.

Vecchiaia, età avanzata maschile. Proprio di questo voglio fare argomento, evitando accuratamente di citare il caso mio. Vecchi seduti in fila sulle panchine dei giardini pubblici, vecchi in gruppo a raccontarsela nei bar, vecchi in attesa del proprio turno nelle anticamere degli studi del medico di famiglia. Argomento da discutere: lagne. Vecchi abbigliati da ragazzini, a lagnare, con sé stesso, la perduta giovinezza, indossando maglie aderenti, che evidenziano pance e pancette dovute ad età, libagioni e cibi consumati in abbondanza. Potrei considerarli patetici, non fosse per l'odio che provo nei loro confronti. No, odio è troppo, non li sopporto, è più esatto. Sembrano considerare la vecchiaia una malattia curabile se la si lamenta con il prossimo, oppure rammaricando la giovinezza perduta, senza accorgersi di procurarsi, in quei modi, una vera, e propria malattia: la depressione, anzi l'auto depressione. Il virare, verso questa sindrome, inizia più o meno verso i sessanta, quando si comincia a provare affanno nel salire le scale di corsa e, di conseguenza, la voglia di farsi controllare pressione, glicemia, colesterolo presente nel sangue, se il cuore, andato in affanno a metà della rampa, è in procinto di cedere. Ad andare in affanno, a quel punto, sono i famigliari e il servizio nazionale della sanità pubblica. Voglio precisare, prima di proseguire la filippica, che mi riferisco a persone sane, sanissime di corpo, ma con un tarlo nel cervello che li ammalerà di una vera e propria malattia mentale: l'ipocondria. Assilleranno, famigliari ed amici, ad ogni piccolo bubù, paventando un fine vita prossimo. Intaseranno, i laboratori di analisi, con provette del loro sangue, bicchierini di pipì, ed altri reperti più sgradevoli, a scadenza trimestrale, anche se il loro medico li reputa inutili. Nel caso di un medico, cosciente, restio a concedere ulteriori esami, fanno ricorso allo specialista, lo pagano profumatamente, poi con il foglietto in mano corrono alla clinica privata dove, sempre profumatamente pagati, gli restituiranno i risultati di analisi inutili. Possibile, non si accetti la vecchiaia come un naturale decadimento fisico, sopportabilissimo, se la si prende nel giusto verso, senza cadere depressi, a causa di età avanzata?

Fili spezzati.

Felice di vivere, ma infelice di far parte di un gomitolo inestricabile dalle dimensioni spropositate. Non è un filo unico a comporlo, e nemmeno fili di uguale colore, presenta molti capi da afferrare, nessuno però districabile dal resto. Di cosa parlo? Ma è ovvio, di me e degli altri 6.999.999.999 abitanti presenti in terra(più o meno) ognuno un filo. Fosse possibile osservarli uno a uno, si noterebbe, in molti, il punto dove è spezzato. Fra questi, i più numerosi rappresentano vite incompiute, come quelle dei nove bambini addestrati a uccidere nove adulti, in Siria, nelle scuole(?)del califfo(?) Al Baghdadi. Il libro, magistrale, Numeri a perdere, scritto da Riccardo Gavioso, porta in luce il dramma dei bambini soldato, in Africa, e altrove. Vicenda vergognosa e terribile, mai però paragonabile a una scuola, espressamente adibita a corrompere bambini, addestrandoli all'omicidio di persone indifese, anzi impossibilitate a difendersi in quanto hanno mani legate, quando il pugnale afferrato dai piccoli boia(per me innocenti) separa loro il capo dal corpo. Perfettamente cosciente, del numero di bambini che, in quest'attimo, subiscono corruzione, in varie maniere, da noi adulti, questa, dei bambini boia, supera l'immaginazione persino, penso, di un essere perverso, com'è un pedofilo. Delende ISIS, un obbligo.

Cecità.

Mi ci sono voluti 83 anni, 7 mesi e 25 giorni, a capire l'esatto procedere degli umani, me compreso. 
Insicuri, piuttosto ignoranti dell'immenso sapere possibile, abbiamo affidato a una benda la soluzione dei nostri affanni. Forse sedotti dalla Dea Fortuna, ultima speranza quando non si sa che fare, abbiamo calato, sopra i nostri organi visivi, una larga e impenetrabile pezza di tela. Poi, a tentoni, abbiamo rimediato un elevatissimo numero di nasate (ne seguiranno altre, siamone sicuri)

Spiazzare è mio dovere.

Sarò breve, per niente accomodante, né gentile. 
Percepisco un lassismo pericoloso, nei riguardi del terrorismo islamico, del tutto irragionevole, non solo in chi governa, anche da parte dell'opinione pubblica, quindi anche in noi. Consideriamo il problema una importuna spina , chissà come, capitata nella bambagia dove siamo abituati a giacere. Quella spina, ormai, si è trasformata nel giaciglio di un fachiro, presto diverrà il barile di Attiglio Regolo. Lamentiamo la lentezza, delle reazioni, da parte dei Governi occidentali, la cecità dei servizi segreti, si invoca maggior attenzione sul flusso degli emigranti. Tutti palliativi inutili. Serve rabbia, non lamentele. Un po' di memoria, per favore. Algeria: più o meno centomila sgozzati, perché gli islamisti consideravano peccaminosi i costumi e l'abbigliamento eredità del periodo coloniale. Donne in jeans, stuprate e uccise a migliaia, gli uomini, che lo avevano consentito, sgozzati. Avvenuto sì, nel secolo scorso, ma non in tempi lontani. Nigeria, oggi, Boko Aram. Fa ridere l'iniziativa per salvare duecento studentesse rapite, non le restituiranno mai. Se non ancora morte lo saranno a breve, intanto gli appartenenti alla setta, pur di non vedere, le donne obbligate a sposarli, nelle braccia di altri uomini, le ammazzano per ritrovarle pure come gigli, nel paradiso di Allah. Serve altro per insorgere? O si deve attendere di averli in casa, imporre la Sharia nei nostri Paesi? Non si dica: cosa possiamo farci, non giustifica il nostro lassismo, perché si può e si deve obbligare i Governi a intervenire. Spediamo mail, Usiamo Twitter, o altro marchingegno simile.