martedì 10 maggio 2016

Illusioni e illusi

In margine alla grande depressione, del secolo scorso, un grande economista John Maynard Keynes, alla domanda del solito giornalista, in crisi di serietà, "Secondo lei, dopo il mercato metalmeccanico, qual'è il più profittevole?" rispose: "Quello degli stupidi". Peccato non conoscesse ancora "quello degli illusi", perché sarebbe nato ben dopo la sua morte. Oggi, floridissimo, raccoglie un numero di clienti molto elevato e procura profitti altrettanto elevati ai furbi truffatori, di Stato e non. Chiunque è al corrente della diffusione dei giochi, dove la promessa di facili ricchezze è esposta nelle edicole di giornali, nei bar e nelle tabaccherie: i gratta e vinci. Il gratta è certamente assicurato, il vinci anche, con il distinguo di chi veramente vince: lo Stato,  mentre rimane chimera al grattante. Se l'occasione di una vincita fa notizia, per la sua rarità, la rovina finanziaria del giocatore compulsivo, arriva sulle pagine dei giornali solo in caso di suicidio. Si lasci da parte, adesso, questa forma di truffa statale e si prendano in considerazione le private: quelle bancarie. Le vicende recenti, note a tutti, hanno lasciato in brache di tela migliaia d'illusi. Si dirà: perché illusi? Se a un risparmiatore viene offerto un profitto ben superiore al solito, un minimo di puzza dovrebbe avvertirlo del pericolo d'una possibile truffa. Perché non succede? Per gola. Davanti alla possibilità di un guadagno, altrimenti impossibile, l'acquolina in bocca si sviluppa abbondante e in maniera irrazionale. Uno psicologo, potrebbe spiegare, meglio di me, quale rapporto, di natura intima, lega il truffato al truffatore: il concorso in responsabilità. Quale tipo di morale si può cogliere, a questo punto? Si lasci il truffatore a bocca asciutta, è meglio la crapula, anche se il risultato rimarrà uguale, tasche vuote, però. Però, almeno qualcosa rimane: il piacere di aver goduto i propri soldi. Molto meglio di vedere, i propri soldi, far godere qualcun altro. Poi, certo, si può anche scegliere di rimanere accorti.   

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