sabato 12 novembre 2016

Obama.

Devo scusarmi, innanzitutto. Avevo dichiarato di scrivere questo post, stamane. Purtroppo, l'improvviso e imprevisto arrivo della neve, mi aveva obbligato ad anticipare il rifornimento della legna da ardere.
Obama quindi. Le critiche ricevute dal Presidente, appena decaduto, per come aveva condotto i suoi due mandati, avrebbero ragione d'essere, se non si prendesse in considerazione in quale condizione aveva dovuto governare gli USA e certi fatti successi in precedenza, nei venti anni finali del secolo scorso. Incomincio da questi ultimi, perché foriero elemento a determinare i successivi. Fra gli '80 e i '90 si era consumato il crollo del sistema URRS e lo stravolgimento del welfare fino allora praticato, negli Usa ed in Europa. La saldatura della presidenza Reagan con il Primo Ministro inglese Margaret Thatcher, aveva dato inizio al neo liberismo predicato dai Chicago boys: detassare i potentati economici e lasciare senza freni i così detti: Mercati. Un errore di politica sociale-finanziaria, le cui conseguenze subiamo ancora oggi, padre e madre, se si vuole notarlo, della crisi ancora in corso. Altro errore, in contemporanea, della politica occidentale, sempre protagonisti i governanti di allora, ben appoggiati dal Vaticano di Papa Wojtyla, aver lasciato solo Micail Gorbacev e la sua glasnost. Per di più vantandosi di aver fatto crollare l'Impero sovietico, quando, per verità, non di sconfitta provocata da esterni, si era trattato, bensì d'implosione d'un sistema ormai indifendibile. 
Segue al periodo l'avvento di George H. W. Busch, il padre. Quello che disse: Leggete sulle mie labbra; NIENTE TASSE. Se non ché, di lì a poco, arrivò la prima avventura in Iraq. E le tasse salirono alle stelle. Bill Clinton, successore di Busch, ignorò, quasi totalmente, la possibile correzione del neo liberismo e poco fece per normalizzare il Medio Oriente dilaniato, già allora, dalla rivalità fra Sciiti e Sunniti.
Il patatrac l'aveva confezionato George W. Bush figlio, ben spalleggiato da Tony Blair e, se si vuole, da qualche Nazione europea, fra cui l'Italia. La seconda guerra irachena, per abbattere Saddam Ussein, colpevole di mille atrocità, ma assolutamente incolpevole dal possedere armi di distruzione di massa, ha avuto conseguenze forse irrisolvibili in breve tempo. E di questo, sono certo, tutti ne sono convinti. Trascuro la campagna in Afganistan, per non farla troppo lunga, come pure lo stravolgimento della Jugoslavia. Non so se, il descritto abbia qualcosa a che fare con la crisi economica mondiale, da cui si stenta a uscire ma, è certo, detta crisi si era sviluppata negli Usa con il crollo del sistema dei prestiti facili, in primis dal crollo dei Subprime, i mutui concessi a chiunque, anche a chi, era evidente, non li avrebbe onorati. Crollo del sistema bancario, disoccupati a decine di milioni, fallimenti altrettanto.
E lì, venne la presidenza Obama. Poco? Peggior Presidente? Nell'unico periodo con Congresso e Senato democratici, le misure finanziarie poste da Obama, avevano dato stop a una china, che avrebbe portato gli Usa al fallimento sociale-finanziario. Dopo? Beh, non avesse perso le maggioranze alle votazioni di mide term, avrebbe potuto proseguire il risanamento. Ma ogni sua proposta aveva ricevuto il niet, in stile sovietico, dalla maggioranza repubblicana. Per un pelo, sotto la presidenza Obama 20 milioni di cittadini possono contare di non essere respinti al soglio degli ospedali, i diritti sono aumentati, e non di poco a donne e, forse disturbante a molti, agli omosessuali. In politica estera gli è riuscito cose nemmeno sfiorate ai predecessori: Il trattato con Cuba e l'accordo sul nucleare iraniano.Ancora poco? Si provi chiunque a governare con Congresso e Senato schierati contro. 
In ultimo: l'umanità di Obama. Un Presidente che, mai, si è vergognato di piangere. Nelle sue condizioni ha fatto molto, mio parere, certo, altri sono liberi di pensare il contrario. Lo rimpiangerò.

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