lunedì 25 maggio 2015

VIGLIACCHERIA

Vigliaccheria. non si può definire in altro modo l'atteggiamento dei Paesi occidentali, degli Stati Uniti, della Russia, e tutti gli altri, che si stimano civiltà evolute. Parlo del rapporto passivo, assunto verso l'ISIS, non solo negli ultimi tempi. Quando avviene un fatto eclatante, come la recente conquista di Similia, si levano alti lai, di sdegno, alla possibile(certa)distruzione di reperti archeologici preziosissimi, solo di lato, si piangono; le sicure uccisioni. Ma, nulla si muove. Due settimane, forse meno, gli assassini di Bachr Al Baghdadi, conquisteranno un'altra città, spargeranno distruzioni e centinaia di morti. Similia verrà dimenticata, insieme alle vittime, si piangerà le nuove, e la distruzione di altri reperti. Questa storia continua da anni, sempre nella medesima maniera. Vigliaccheria, ripeto, pura vigliaccheria generata dalla paura di venire direttamente coinvolti. Ma non lo siamo già? Cos'è, se non coinvolgimento, lo spiegarsi di sempre maggiori misure di sicurezza nei territori delle nostre Nazioni? A quando, la soppressione, in parte, dei diritti civili? Queste forme di resistenza a un pericolo si sono sempre dimostrate inutili, servono solo a sopire la nostra inquieta vigliaccheria, e giustificarla. Intanto, nemmeno troppo lontano, il numero delle vite spezzate ha raggiunto una cifra elevata: 220.000. Non sono nostre? Perché mai. Sono nostre, eccome, come sono nostre le vittime di un terremoto, come sono state nostre quelle conseguenti allo Tsunami in Giappone, come sono nostre le vittime del femminicidio, come è nostra qualsiasi vittima innocente, quindi sono nostre anche le 400 di Similia, quasi tutte, nel totale, donne e bambini. Lo so, le guerre portano distruzione e morte, si devono quindi, evitare il più possibile, ma quando c'è una guerra si può evitare? Ed essendo noi, già in guerra, perché la vogliamo evitare? Per non vedere vittime sui nostri territori? Ma, sui nostri territori, le abbiamo già, viste. In fine, voglio citare una vigliaccheria, di fondo, più grave di tutte: usare una bilancia, per dare differenza, di valore, alle vittime altrui, in confronto alle nostre.

Nessun commento:

Posta un commento