martedì 24 novembre 2015

Senza titolo.

Devo confessare di aver esitato molto prima di scrivere un post sull'attuale situazione. Adesso, mentre mi accingo a scriverlo, sento di avere l'obbligo della modestia. In seguito ai fatti successi a Parigi e alla sua coda in Belgio, i commenti di persone esperte, ed anche meno esperte, hanno versato un fiume di parole. Non sta a me giudicare le varie opinioni, allarmanti o tranquillizzanti siano. Sta a me esprimere la mia, spero con lucidità. 
Inizio ad analizzare un termine: religione. Nel senso di: Guerra di religione. A sentire i proclami dello Stato islamico, si potrebbe pensare giusto, definire così, il conflitto presente, oggi. Altrettanto giusto, se si ascoltano le voci di molte realtà islamiche, il rifiuto di considerare, detto stato, rappresentativo dell'intero Islam. In alcuni casi, il rifiuto diventa totale, si dichiara il Daesh la negazione dell'Islam. Navigare in questi  pareri, così diversi, vorrebbe una conoscenza del Corano, che non ho. Tuttavia, formarsi un'opinione personale, lo devo, non tanto per fornirla al prossimo, lo devo a me stesso. Trascuro di scendere nel passato, in quanto è necessario dedicarsi al presente, per analizzare l'oggi, altrimenti, il discorso diverrebbe lunghissimo ed anche inutile, il passato, immodificabile per sua natura, è utile esclusivamente, a evitare gli errori già commessi. Questi, li prenderò in considerazione nell'ultima parte del post.
Dunque: guerra di religione. Lo è perché, questo motore, è necessario a Daesh (ISIS) per motivare, i suoi seguaci, alla lotta contro gli infedeli. Per infedeli, vene considerato chiunque sia d'altra fede della versione Sunnita dell'Islam, quindi, non solo i cristiani, come qualcuno vorrebbe far credere. Tanto è che, il maggior numero di vittime, è composta da persone dalle diverse credenze nella fede musulmana. Lo dimostrano le stragi effettuate sulla popolazione Yazide e le esecuzioni spietate di shiiti, alauiti ed altre minoranze musulmane. Però. Sì c'è un: però. Le esecuzioni, toccano anche, ai correligionari sunniti, nel caso non siano d'accordo con Daesh. 
Quest'ultime esecuzioni, fanno sorgere un dubbio: Veramente, Daesh, si propone di trasformare il mondo intero, da mondo infedele a mondo totalmente musulmano? Questo dichiarano, ma lo pensano possibile? In parte. Esiste, nei paesi sunniti ed anche, in giro per il mondo, la predicazione in favore di questa lotta. In molte moschee, imam e mullah, infiammano i loro discorsi, nel senso, infiammando di fanatismo i fedeli. D'altro canto, i governanti di quei paesi, salvo l'Iran, sono di fede sunnita e i maggiori rappresentanti di enclavi musulmane, sparse altrove, si sbracciano a contrastare Daesh. Formarsi quindi, un'opinione precisa, presenta la difficoltà d'interpretare le contraddizioni descritte. Esterno la mia. Per capire Daesh, è utile scindere la testa dal corpo. La frazione pensante, quella direttiva, strategica, alla guerra di religione non crede ma, le serve a motivare il corpo perché, senza quella motivazione, il suo potere, anche mediatico, sarebbe di minima entità, destinato a esaurirsi in loco. A questa strategia, purtroppo, diamo fiato anche noi, in questi giorni ancora di più. Mai, si erano sentite tante voci, più o meno appropriatamente, disquisire di Cristianesimo e Islam e di guerra di religione. Ogni giornale, dedica le prime pagine all'argomento, tutti i talc show, ospitano una miriade d'esperti(?)dediti a vomitare i pareri più diversi, senza contare i personaggi politici, dediti, loro, più al consenso elettorale, che alla nostra sicurezza. In radio, i soliti noti, balbettano qualsiasi cosa venga a galla nella loro mente(?). Desolante e inutile(a noi)spettacolo. Chi ci gode, è proprio chi vorremmo annichilire. Provassimo, invece, a immaginare, almeno immaginare, i veri interessi, che muovono Daesh e chi lo finanzia? Non vuole eccessiva immaginazione: il denaro e il connesso potere delle finanze di stati non difficili da individuare. Sul piano politico, mondiale, e come potere bellico contano poco, ma possiedono i così detti: Fondi Sovrani. Un mare di denaro a rischio di assottigliarsi, con l'assottigliarsi del potere petrolifero. Un'ipotesi, solo un'ipotesi abbiano profittato dell'occasione fornita dal conflitto in Siria e Iraq e dalla nascita di Daesh. Ma è la mia, ci si accontenti. 
Rimane da analizzare le possibili soluzioni. Lungi da me, la voglia di suggerire rimedi al conflitto fra religioni, ormai innescato, sopirlo chiederà decenni. Nessuno, fra i credenti, è disposto a concedere, ad altri, un minimo di verità essendo, le loro, pur supposte, ritenute parola di Dio. Ma è necessario zittire Mullah e Imam, se parlano di guerra santa. Sul piano strategico e bellico è diverso, le soluzioni esistono, quindi oso suggerirle. Strozzare il potere dei Fondi Sovrani, si può, anche se provocherà tremolii nel così detto "mercato". Blocco dei conti esteri e dei flussi finanziari, in uscita, dei paesi sospettati di alimentare Daesh. Dare ai paesi, ora in crisi, produttori di risorse petrolifere, estranee ai finanziamenti allo stato islamico, il potere di estrarre di più con prezzi leggermente maggiorati, di quelli attuali, modulando l'aumento con la riduzione di tasse sul prodotto. Ridurre, al minimo possibile, l'approvvigionamento nei Paesi del Golfo. Se non si realizzerà questa strategia, sarà inutile combattere Daesh sul piano bellico. Come Daesh è figlia di Al Queda, sarà figlia di Daesh un'altra sigla. Viceversa, l'intervento militare si renderà necessario per chiudere, in fretta, la possibile estensione del conflitto, per ora limitato, in parte della Siria e Iraq. Costerà vittime, ne sono convinto e, certo, non mi felicito. Ma, saranno, sempre, di numero minore, lasciassimo Daesh indisturbato, a perpetrare stragi di persone indifese. Fra cui, bambine e bambine, forniranno il numero maggiore 
Tutto questo però, comporta il rischio di commettere errori, già commessi. Imporre governi democratici, in punta di baionetta, porta alle satrapie. La democrazia, nasce spontanea, o non è. La democrazia, per instaurarsi spontanea, chiede un lungo percorso di coscienza. Il nostro compito, una volta distrutta Daesh, andrà svolto in punta di piedi, senza appoggiare l'una o l'altra fazione, un compito di mediazione e di ascolto, di aiuti per riparare i danni, evitando consigli inappropriati, su come ricostruire le città semi distrutte. Altrettanto in punta di piedi, la presenza di forze militari, di sorveglianza, da ritirare, sempre in punta di piedi, quando verrà il momento. Nessuna spocchia, nessuna rivendicazione di meriti, perché impropri. Se saremo scesi a combattere Daesh, l'avremo fatto anche, se non sopratutto, per noi. 
Mi scuso, forse, con questo post, ho peccato di spocchia anch'io. Involontaria, però.                  

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