lunedì 4 gennaio 2016

Rimando a domani l'analisi sulla stupidità istituzionali(quella degli uomini politici) Devo prima decidere se la stupidità si acquisisce alla nascita o no.

 Ha rubato molte ore al mio sonno, il dilemma. Ore notturne passate nel tentativo di chiarirmi, quando la stupidità s'impadronisce di un cervello. Alla nascita, quindi difetto innato, durante l'infanzia oppure più in là? La prima ipotesi, fornirebbe innocenza alla stupidità, nascere stupidi non si potrebbe ritenere colpa, rimarrebbe un difetto, ma di costruzione, non voluto. Ma si nasce stupidi? A parte chi, per disgrazia, viene alla luce affetto da una tara psichica (che però non rientra nei casi di stupidità) il ragionare dei bambini, pur limitato dal poco sapere, di stupido non ha proprio niente. Durante l'infanzia si possono pronunciare sciocchezze, fare discorsi assurdi, porre domande sconclusionate, ingenue, ma il discorso stupido, dalle bocche dei bambini non esce mai. Quindi, scarto la prima ipotesi e mi dico: se non si nasce stupidi, allora si diventa? Ma quando? E come? E perché? Come mai? Seguendo l'ordine delle domande, si incontra la più difficile delle risposte. 
Quando. Ha un imprecisato momento, da scegliersi nel lungo arco di tempo della crescita, con la variabile soggettiva dell' individuo in causa e l'ambiente a lui circostante.
Come, offre un'analisi più semplice. La stupidità, in similitudine con il pettegolezzo, si diffonde per contagio attraverso i discorsi. Mai complicati discorsi, ma frasi fatte, ripetizione di vecchi pregiudizi, concetti semplici ben digeribili da qualsiasi cervello. Il tutto, condito dalla pigrizia a pensare in proprio, contribuisce alla costruzione della stupidità.
Perché. Perché è facile abbandonarsi alla corrente del pensiero stupido. Perché è facile abbandonarsi alla compagnia di altri stupidi. Perché il pensiero stupido non obbliga a riflettere, è sufficiente ripeterlo.
Come mai. Vale l'istinto del branco. La ricerca del proprio simile. D'altronde facile ricerca, agli stupidi bastano poche parole per riconoscersi, una frase già sentita infinite volte e l'amicizia fra stupidi scatta subito. L'esempio classico, sta nelle discussioni dal parrucchiere o al bar d'angolo, sotto casa, frequentando il tifo delle curve negli stadi e mille altri luoghi dove non è necessario pensare.  
Sì, la stupidità si acquisisce. L'acquisto, può avvenire anche in famiglia, a scuola, negli ambienti di lavoro oltre ai citati in precedenza. 
Domanda oziosa: se ci si accorge di essere stupidi (rara avis) si può cercare di invertire la tendenza? Lavoro  possibile, ma molto difficile, perché obbligherebbe a pensare. In solitudine.

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