giovedì 11 agosto 2016

Vecchie questioni e vecchietti.


Tre argomenti. In qualche modo collegati per età. Passato un'era storica, finalmente, all'interno di un'aula di Tribunale, si è scritto in sentenza, che la strage di Piazza della Loggia, a Brescia, è stata coperta da apparati dello stato e che, gli esecutori, ne avevano profittato ampiamente. 42 anni per scoprire l'acqua calda. Certi apparati dello Stato, per primo quello dei tre servizi segreti, ma anche la Polizia, molto meno l'Arma dei Carabinieri, abbastanza la Guardia di finanza, a fine guerra mondiale avevano goduto un bel travaso di funzionari colluso sia con la Repubblica di Salò quanto con il regime Tedesco d'occupazione. Siccome si sa che; in Italia si perdona tutto, purché ci si inginocchi al nuovo padrone, e il nuovo padrone è perciò, pronto ad assolvere, come velo pietoso di oblio, venne promulgata l'amnistia, firmata dal Guardasigilli Palmiro Togliatti. Perché stupirsi quindi, se gli apparati dello Stato, ancora farcito di fascisti, aveva coperto, depistando le indagini, i fascisti colpevoli della strage a Brescia e molte altre, di simile provenienza?
Più leggero il secondo argomento: Progresso e procedere. Un numero alto di persone vorrebbe fermare il tempo al periodo, da loro, meglio gradito. E' una forma di conservazione senza senso, sopratutto se si prende in considerazione il progredire (progresso è altra cosa). Il progredire è inarrestabile, come il tempo, come la propria età, cercare di fermarlo all'oggi o, peggio, a tempi passati, è molto meno dell'inutile. Altrettanto vale per il progresso. Senza progresso, l'umanità sarebbe ancora abbarbicata a un albero, come ai primordi, in disputa con gli altri quadrumani per il cibo. Tutto sta nel scegliere quale forma di progresso è utile e deve essere accessibile a tutti e tutti dovrebbero poterne godere. Se non tutto, almeno l'essenziale, del possibile progresso umano, per essere tale, non può essere sottratto a una parte in onore del pensiero conservatore: "è sempre andata così". 
Il terzo è di ordine personale. Soffro repulsione alla moda senile dei pantaloni corti. Vedo coetanei e vecchietti con qualche anno in meno dei miei, uscire di casa abbigliati come bambini: magliette aderenti e pantaloncini, anche alti a metà coscia. Vedere quelle gambettine ormai rinsecchite nei muscoli, bianche, bianche ricoperte di peluria più o meno folta, con ai piedi infradito da spiaggia, mi provoca, non disgusto: pietà. Per un attimo, ma solo per un attimo, vorrei entrare nei loro cervelli per capire quale spinta li porti a rendersi ridicoli. Oppure regalargli una specchiera.

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