giovedì 22 settembre 2016

Italia ignorante.


HO appena chiuso la radio. Fino a un minuto fa mi era toccato ascoltare un servizio incentrato su quanto successo alla ragazzina a Melito di Porto Salvo, in Calabria. La connotazione geografica non ha significato di: città dello stupro, fatti del genere sono successi e succedono dal nord al sud dell'Italia, ma il fatto in questione è successo lì, nel calabrese. E le persone che voglio stigmatizzare abitano a Melito di Porto Salvo. Il sindaco e i due parroci per primi. Al sindaco non viene di meglio del sentirsi offeso per i servizi dei giornali, lui e il paese tutto. Essì, perché i giornalisti hanno descritto la manifestazione di solidarietà alla ragazzina, quasi disertata dai cittadini residenti. C'erano gli scout, l'associazione Libera di don Ciotti, i gonfaloni dei paesi limitrofi e abitanti del paese, in tutto 400 persone(fonte polizia)su 14.000 residenti nel comune. Fatta la scrematura degli arrivati da fuori, forse un risicato 5%. Oltre a lamentare l'offesa, il sindaco, cosa ha detto dello stupro e della ragazzina? Nulla. Adesso i due parroci.
Uno riesce a mettersi in bocca la parola: prostituzione, quasi ad adombrare la possibilità che la ragazzina si vendesse. Il secondo sproloquia di ragazzi(gli stupratori) anche loro vittime e suggerisce, in casi del genere, di mantenere il silenzio. Insomma un invito a l'omertà. D'altronde, che di omertà ne esista tanta, in quel paese, si evince dal fatto stesso. Se una ragazzina viene stuprata nel corso di 3 anni, ne aveva 13 il giorno della prima aggressione, oggi 16, e gli stupratori, tutti minorenni sono 9, certamente, almeno nel mondo giovanile(ma di conseguenza anche nel adulto)sapevano in molti e in molti tolleravano se non approvavano. Perché lei ci stava, lei se l'era cercata, lei si abbigliava provocante, lei era troppo vivace, lei, lei, lei. Ma ai lui, lui, lui, i nove lui, nessuno, ma proprio nessuno ha detto di tenersi l'uccello nei pantaloni, se non autorizzato dal consenso di lei?

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