sabato 4 luglio 2015

EDUCAZIONE FAMIGLIARE?

Argomento, vecchio come il globo terracqueo: l'educazione famigliare.
Uffa, che barba, di nuovo? Se ne parla tutti i giorni di questa cosa sempre esistita. Sì, se ne parla ogni giorno e le famiglie l'hanno sempre impartita, però manca di una domanda composta da un solo aggettivo: Giusta? Solo in parte, perché insieme ai primi rudimenti del vivere in comunità, in maniera civile, spesso, se non sempre, le famiglie fanno ricorso a figure stecchite: stereotipi e pregiudizi di genere. Il terreno fertile dei bambini li accolgono, li fanno crescere e li estendono nel tempo, diffondendoli, a loro volta, quando diventano genitori. Una catena di vedere falso difficilissima da estirpare. Non amo estrarre esempi dalla mia vita, ma se necessario accetto di citarli, come adesso è necessario. Dei tanti pregiudizi appresi da bambino, ne estraggo uno: "il maschio, per diritto naturale, assume il comando. A cascata seguivano le raccomandazioni, i consigli per dimostrarsi all'altezza, le spiegazioni del perché le femmine devono assumere solo i compiti famigliari, tieni la schiena dritta( proprio la schiena, non l'agire onesto), un giorno anche tu dovrai comandare la tua famiglia etc. etc. etc. Sorelle non ne avevo, ero il terzo di tre maschi, però, a poca distanza, un cugino di primo grado, subiva qualcosa peggio di me: era L'EREDE. Mentre le due cuginette, venivano preparate a diventare mogli sottomesse, allenandosi con l'erede. Fine storia infantile. Passo ai venti anni, con una domanda: Secondo voi, quanto tempo avevo impiegato a liberarmi da pregiudizi e stereotipi di genere? Due o tre anni, ne sarebbero occorsi di più, non avessi frequentato una compagnia di amici sciupafemmine (a parole). Timido, sciupafemmine, non lo ero, quindi ascoltavo con invidia, mescolata a fastidio, i racconti mirabolanti dei Casanova di periferia. Un giorno però. 
Ascoltando l'ennesima conquista del campione dei campioni, un campanellino, nella memoria, aveva iniziato a trillare. Ieri sera? Mi ero detto, come ieri sera? L'amico, non poteva aver amoreggiato con la tizia dalle ventidue al mattino seguente! L'avevo visto, di persona, giocare a bigliardo, nella sala di un bar in centro, ed era l'una dopo mezzanotte. Lì, per lì, non avevo detto niente ma, da quella sera, controlli assidui, da spia, erano riusciti a smantellare parecchie storie di conquista. Timido, o non timido, il fastidio era tale da obbligarmi a sputtanare tutti i falsi Casanova. Amici persi, ma avevo trovato il bandolo per ricostruirmi. Al termine del racconto, svelo la mia intenzione. Più di intenzione, un invito a madri e padri. Si nasce senza scegliere il proprio sesso, quindi senza merito se femminile o maschile, quindi senza ereditare ruoli precostituiti, quindi senza alcun diritto di prevalenza, quindi in piena parità. Appiccicare stereotipi, derivanti da pregiudizi antichi, è sommamente pericoloso, sia agli appartenenti a un sesso come all'altro. Dare alle differenze, fra femmine e maschi, un valore diverso, aggiunge altri pericoli. Ma il sommo pericolo, è far credere ai maschietti di possedere il diritto di portarsi a letto, comunque sia, una femmina, pena l'apparire poco virili, in caso contrario. Le conseguenze di questa educazione errata le può cogliere ognuno, ma la più grave, voglio citarla: stupro, non solo fisico, esiste anche un modo per stuprare sottilmente subdolo, impadronirsi di una donna per renderla schiava dei propri voleri.(non solo nel letto) Forse seconda puntata, ma non so quando.

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