sabato 4 luglio 2015

ISIS, DAESH:

In questi giorni, parlare delle azioni, attentati ed altro, commesse da ISIS, e accoliti, da risalto a una considerazione: cosa è stato fatto e cosa si progetta di fare, per fermarlo, nel primo anniversario dalla sua formazione in califfato. Poco, nei dodici mesi passati e, pare nulla, nel prossimo futuro. L'azione del Isis, e la non azione, dei Paesi che dovrebbero contrastarlo, fa sedere, le due parti, sul medesimo banco degli imputati. Non io sarò giudice, né alcun altro vivente, lo sarà la Storia, elencando il numero di vittime innocenti, approssimativamente, fin ora, enumerati in 200.000. Il primo Ministro francese, Manuel Walls, ieri l'altro, aveva evocato lo scontro di civiltà. Spiace per lui, ma dargli dell'ignorante e dello stupido, mi viene automatico. Già noi occidentali, in fatto di civiltà non siamo ben messi, ma vorrei mi spiegasse, l'autorevole signor Walls, quale fiammella di civiltà arde nel Isis, a meno di approvare la loro ideologia, di morte.
Fosse il solo stupido, il signor Walls, a governare uno Stato occidentale, si potrebbe ancora passare, nel dimenticatoio, la sua affermazione. Purtroppo è ben affiancato, da uomini, e donne di governo, tutti a girare le dita, attorno alle dita, nell'attesa di qualche mossa, da parte di qualcun altro. La nascita del califfato, ha per padre Al Queda, nonno i Talebani, bis nonni le Madrasse in Afganistan e Pakistan, antenato, capostipite, il Governo Statunitense, e Governi dei Paesi alleati, al tempo dell'invasione sovietica in Afganistan. D'accordo, cosa commette il bis, bis, bis nipote, oggi, non trova consenso nell'antenato occidentale però, un seppur piccolo senso di responsabilità, per i crimini perpetrati, dovrebbe smuovere le coscienze, in modo di appioppare un cazzotto pesante al califfo e al califfato. Insomma, andare a combatterlo là dove risiede, con ogni mezzo, guerra quindi. Invece no. Si teme qualche perdita fra i nostri combattenti, senza tenere conto che, le vittime, le abbiamo già avute, e ne seguiranno altre. Si teme di colpire anche gli inermi, e incolpevoli cittadini del posto, senza tenere presente che, fra i 200.000, il 97% è rappresentato da vittime di innocenti civili, yazide, siriane, curde, irchene, più un paio di decine dei nostri Paesi. In quel 97%, voglio ricordare, le bambine, i bambini, le donne e gli anziani sommano più dei tre quarti sul totale.
A domani, la descrizione di cosa è successo, succede, succederà ad altri yazidi, siriani, curdi, iracheni. Chi è debole di stomaco, domani, non mi legga.

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