giovedì 20 agosto 2015
CONSIDERAZIONI PERSONALI A PARTIRE DA UNA CIFRA 2600, IL NUMERO, MAL CONTATO, DEI MORTI IN MARE. Seguito al mio commento sulla diatriba Salvini Monsignor Galantino..
Mi riferisco, ovviamente, a quegli emigranti, che non sono riusciti a superare il canale di Sicilia, e dimorano in fondo al mare. Mal contati questi, ignorati altri, perché annegati altrove. C'è chi considera, il numero citato, una piccola percentuale, perché vorrebbe vedere annegare tutti, ma sono esseri senza cervello, quindi con loro non si può discutere.
Si può discutere, invece, con quelle persone che, almeno, hanno delle proposte da offrire. Due sono di tendenza opposta.
Gli uni, pensano di organizzare un corridoio umanitario, i secondi, aiutare i Paesi di provenienza, per fare in modo di elevare le condizioni di vita, così da cancellare i motivi, causa del flusso di persone in fuga, per raggiungerne di migliori. Il corridoio umanitario, realizzabile senza spesa eccessiva, ha però, nell'immediato, un grosso ostacolo da superare, questo sì, costoso, non solo in termini finanziari. I Paesi di partenza dei barconi, dei fatiscenti battelli da pesca, delle carrette del mare sono, per lo più, destabilizzati da lotte interne, o sotto attacco, più o meno imminente,o attuale, dei fondamentalisti religiosi, di un Islam estremizzato. Con Egitto, Tunisia, Algeria e Marocco, gli accordi necessari sono possibili. Nella presente situazione, con la Libia, è come prendere accordi con un fantasma, perché, di fatto, in quella Nazione, i due o tre Governi, sparsi sul territorio, ne hanno l'aspetto. Unica presenza, ben individuabile e dilagante, l'IS del sedicente Califfo Bachr Al Baghdadi, tutt'altro che un interlocutore affidabile. Chi dice possibile prendere accordi anche con lo Stato Islamico, deve sapersi difendere, disarmato, da un branco di serpenti velenosissimi. Quindi? Quindi, in primis va eliminata l'IS. Come? Come lo sanno tutti gli Stati europei, gli Stati Uniti, e gli altri paesi occidentali, ma soffrono la ritrosia ad impegnarsi, in considerazione dei precedenti tentativi, falliti, di instaurare la democrazia, con gli eserciti. Malgrado ciò, vi saranno obbligati, spero senza attendere di avere i fondamentalisti del Isis sotto casa, cioè ben instaurati nel nord Africa, dall'Egitto al Magreb, e nel vicino Medio Oriente. Sarebbe una guerra distruttiva dalle proporzioni, oggi, inimmaginabili, con un nemico in grado di tagliare rifornimenti essenziali alla vita dell'Europa, gas e petrolio, della via marina del canale di Suez e rendere difficile anche il passaggio attraverso lo stretto di Gibilterra, rendendo, di fatto, il Mediterraneo un lago. Visione troppo Apocalittica ? Per ora sì, ma attendere si realizzi, per poi allarmarsi, è da imbecilli.
La seconda via proposta: l'aiuto in loco, onde dare migliore vita, agli oggi aspiranti emigrazione, chiede tempi lunghi, una spesa dell'ordine di migliaia di miliardi, più una revisione, in meglio, delle classi dirigenti, che governano le varie Nazioni, afflitte da una corruzione elevata. Senza contare l'ostacolo delle multinazionali cui, lo status quo, va benissimo.
Come si capisce; due gatte da pelare, di difficile scuoiatura. Secondo me, vanno eseguite entrambe, ma non di pari passo, perché più urgente la prima: stabilizzare Nord Africa, e Medio oriente, distruggendo il nascente impero del Califfo, solo così, si potrà instaurare un corridoio umanitario e, contemporaneamente, aiutare le Nazioni, sopratutto africane, a dare migliore vita ai propri cittadini. Se si riuscirà a farlo, poco alla volta, il flusso dei migranti diminuirà fino ad azzerarsi. Utopia? Alle condizioni attuali sì, lo è. Ma era utopia, solo cent'anni fa, anche ipotizzare la macchina-computer, dove sono intento a scrivere. Quindi, coraggio!
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L'Occidente, inteso come Usa e Europa sarà in grado di contrapporsi militarmente all'IS? Con i numeri alla mano e sulla carta sì ma come ha scritto lei, Iraq e Afganistan e Libia danno molto da pensare. In termini umani quanto costerebbe una guerra così? Gli stati Arabi che ora sono sotto attacco dell'IS potrebbero interpretare come un'invasione occidentale e non aiuto, un'azione militare e allearsi alla fine col Califfato? D'altro canto c'è il rovescio della medaglia, da lei evidenziato, il Califfato ha mezzi e uomini a sufficienza per poterci rendere la vita difficile e magari davvero infiltrarsi in casa nostra. Personalmente vedo una situazione di stallo qui da noi, almeno finché non sentiremo odore di bruciato, non credo che per ora si muoverà foglia. In tutto questo a rimetterci saranno sempre i più deboli da entrambi le parti.
RispondiEliminaGentile Carla, le sue osservazioni sono del tutto condivisibili, allo stato attuale. In futuro, un Isis in espansione, come è probabile, obbligherà i Paesi occidentali, la stessa Russia, a uscire dallo stallo. Non sarà semplice trattare con i Paesi del golfo, e con l'intero popolo di fede islamica, per far capire che, non contro loro, bensì contro il califfato la necessità di scendere in campo, con tutta la forza militare possibile, si sarà resa inevitabile, pena di vedere Isis impadronirsi anche dei loro regni.Un lavoro diplomatico di strettissima urgenza fin da ora. Il sospetto è che sia già iniziato. Questa volta, credo non s'imboccherà la via ambigua precedente, quella degli esportatori di democrazia, d'altronde mai riuscita.
EliminaLe perdite umane. Se non si vuole dare differenza di peso, fra vite umane nostre e le altre, la perdita di vite umane è già alta, e con un numero in continua espansione. Per indole sarei un pacifista, ma in questo caso, stimo la guerra necessaria, perché la controparte non si fermerà, quindi va fermata, costerà perdite, costerà una forte spesa, costerà sacrifici, un prezzo che sono disposto a pagare di persona. Mesi fa avevo dichiarato in pubblico, nell'occasione del lancio del mio libro, di essere disposto a recarmi nel territorio dove si combatterà l'Isis, fosse stata la conditio sine qua non, l'avevo ripetuta sulla mia pagina Fb, la ripeto qui, oggi. Morirei, certo, senza nemmeno poter dare aiuto ai combattenti, la mia età è di ostacolo, ma lo farei.