martedì 13 ottobre 2015

Non m'importa un fico, dovesse crearsi un incidente diplomatico. Dedicato a Recep Tayyip Erdogan.

Turchia, paese partecipante al piano di difesa comune NATO, ha una bizzarra forma di Governo, però nemmeno troppo bizzarra, perché molto simile ad altre: l'oligarchia di un Presidente affiancato da un Partito proprio. Un percorso, chiaramente votato a raggiungere la dittatura. Recentemente, il risultato delle ultime elezioni, ha creato un intoppo alle aspirazioni del Recep Tayyip Erdogan: la sognata conferma della maggioranza assoluta, nel Parlamento, del suo partito, era svanita in una notte. Addio, quindi, alla modifica della Costituzione, che gli avrebbe permesso un potere assoluto. Rassegnato? Macché! Come tutte le persone, convinte di essere vicario di Dio in terra, rafforzato nell'idea, dall'essere a capo di un partito di ispirazione islamica, ha dato un ulteriore giro di vite, alla repressione, già alta in precedenza, delle libertà individuali. Arresti di oppositori, specie se giornalisti, bloggher e, in ultimo, il direttore d'una testata d'opposizione, colpevole, secondo lui, di un tweet offensivo per il Governo. Bastasse. Internet? Facebook? Altri social? Un sogno! Li ha soppressi tutti! Non basta? No, non basta. Un semplice sospetto(mio, ma condiviso da molti) I recenti attentati, con decine e decine di morti e feriti, puzzano. E il puzzo proviene da un palazzo di 1200 stanze, la reggia dove abita Recep Tayyip Erdogan, finita di costruire l'anno passato, su espresso desiderio del Presidente turco, costata la quisquilia di 650 milioni di dollari. Si potrebbe scherzare, commentando: sono cose turche, non fossero anche, cose nostre. La Turchia è un paese nostro alleato, quindi qualcosa in comune ci tocca dividere. Ma cosa? L'alleanza NATO, obbliga le Nazioni firmatarie, a difendere uno dei Paesi alleati, qualora venga aggredito dall'esterno. Si può considerare "esterna" la presenza, in Turchia, di cittadini Curdi, in lotta per i loro diritti di etnia minoritaria? Logica suggerirebbe un no. Perché quindi, i Paesi dell'Alleanza Atlantica, danno libertà alla Turchia di bombardare, non solo sul proprio territorio, ma anche, oltre il confine con l'Iraq i villaggi abitati dai Curdi, senza muovere la minima critica? D'accordo, i Curdi reagiscono con le loro bande armate, ma cos'altro potrebbero fare? Porgere tutte e due le guance, dopo decenni di repressione, arresti, torture ai detenuti e continui raid di blindati, seguiti da morte e distruzione? Sì, di Paesi amici, dominati da poteri schifosi, ne abbiamo tanti, ma la Turchia è l'unico all'interno di un'alleanza cui partecipiamo. Cosa aspetta il nostro Ministero degli esteri, nella veste del Ministro Gentiloni, a far sentire la voce dell'Italia, in merito ai detti soprusi, commessi dal "piffero" Recep Tayyip Erdogan?       

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