giovedì 10 dicembre 2015

EUROPA. una realtà, un rebus, un progetto fallito?

Per indole, vorrei giusta la prima ipotesi, sempre per indole, la terza ripugna, quindi rimane la seconda: IL REBUS EUROPA. Altiero Spinelli, Piero Calamandrei e Alessandro Galante Garrone, miei maestri di vita, chi in un modo chi in altro, erano tutti a favore di una forma di federalismo fra gli Stati europei, unico modo per conciliare i vari interessi ed escludere la possibilità di un terzo conflitto mondiale. Altiero Spinelli, dell'Europa unita era il principale mentore, ma non ingenuo mentore. Sapeva, a partire dei primi approcci, quali sarebbero state le difficoltà e le resistenze delle varie Nazioni, al momento di cedere parte della propria sovranità, ad un organismo super partes. Si era già avuto esempio con la CED (Comunità europea di difesa)quanto fosse difficile mettere d'accordo gli Stati su un'idea comune, il Governo francese si era opposto. Poco dopo però, un trattato era andato in porto: la CECA ( comunità europea carbone acciaio) Su quella base, si era formato una prima Commissione europea, antesignana di quella che, con l'aggiunta del Parlamento, aveva dato inizio all'Europa Unita (Belgio, Olanda, Francia, Germania, Lussemburgo e Italia) . L'allargamento successivo ad altri Stati, cambi d'indirizzo, un sostanziale impatto, causato dalla guerra fredda, avevano impedito una vera integrazione. La caduta del muro di Berlino, il crollo dell'URRS, l'entrata nell'Unione dei paesi dell'est, avrebbero potuto completare il processo di costituzione, ma. 
Ma, al realizzo di un vero organismo federale, si erano opposti e si oppongono, chi più chi meno, i Governi nazionali. Il motivo? Si torna ai timori di Altiero Spinelli: nessun Governo vuole cedere un briciolo di sovranità nazionale. Perché? Semplice: i Governi sono espressione della forza politica scelta dal popolo con elezioni democratiche, forze politiche quindi, legate al consenso interno. E lì, si ferma l'interesse degli appartenenti ai vari Governi europei, badano agli egoismi della propria Nazione, nel timore di rimanere trombati alla prossima occasione elettorale. Perciò, è falso attribuire un possibile fallimento ai burocrati di Bruxelles, solo impegnati a decidere quisquiglie marginali, peraltro nemmeno vincolanti gli Stati a seguirle, mentre ogni importante questione viene decisa nelle ricorrenti assemblee dei capi di governo, e loro ministri, quindi proprio da chi è restio a cedere un dito di sovranità. Se colpevoli esistono, ognuno ha i suoi e, ognuno, li alimenta con egoismi propri. Egoismi ben rappresentati da Partiti e movimenti anti europei, anti euro, di carattere nazionalista e autoritario. Crescono dappertutto, diverranno maggioranza? Forse. Sarà un bene? No, deciso. L'Europa, ritornando a Stati e Staterelli sarà macinata, in farina, dai colossi Cina, Stati Uniti e Russia, senza contare l'arrivo dell'India. Non fanno testo Norvegia e Svizzera, le due uniche nazioni europee rimaste fuori, (i casi Serbia, Montenegro, Bosnia, Cossovo e Albania, dipendono da altre opzioni)   entrambe, pur non facendone parte, hanno firmato diversi trattati dell'unione, quindi godono anche, dei vantaggi connessi. Evaporerà l'Europa Unita? Possibile, se nulla cambierà nell'attuale assetto incompleto. L'Europa, così com'è, un ibrido di Nazioni semi legate e, allo stesso tempo, slegate da decisioni ottenute in vera comunità, decise da un Governo comune, in prevalenza sui Governi nazionali, con leggi finanziarie e fisco uguali in tutto il territorio, un esercito sovranazionale, pari diritti e pari doveri attribuiti ai cittadini, non ha futuro. A dare un futuro al sogno di Altiero Spinelli, gli unici a poterlo fare siamo noi cittadini, vincolando chi ci governa a realizzare, veramente, quel sogno. Non si farà? Prepariamoci al peggio!                 

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