venerdì 4 dicembre 2015

Parere di un ex alpinista d'ottantaquattro anni

La mia passione alpinistica, rimasta intatta nei desideri fino a oggi, ma calata a poco più di escursionismo, da cinquanta anni, perché la nascita di Paola e l'impegno nelle cucine dei ristoranti, come chef, lasciavano poco spazio ad altro. Principale motivo dell'abbandono, però, era stato il senso di responsabilità di padre. L'attività alpinistica in solitaria, ai miei tempi, non concedeva scampo in caso di serio incidente, l'attrezzatura era quello che era, la possibilità di chiedere soccorso pressoché impossibile. L'alpinismo, in ogni modo, mi è rimasto nel cuore, per cui ho seguito le notizie di imprese eseguite da altri, fino a ieri. Da ieri, ho incominciato a dubitare che, l'attività alpinistica, sia così cambiata da non appartenere più, nemmeno nel mio onirico: è diventata spettacolo. Pessimo spettacolo, nel caso del reality confezionato dalla RAI TV. Per curiosità, in seguito a un servizio di Michele Della Palma, postato da Marco Berti, sul gruppo che conduce dedicato all'alpinismo, avevo spulciato il web alla ricerca di notizie sul reality. Non avrei dovuto farlo. Dopo aver assistito qualche puntata, la visione è permessa da RAI 2, l'alpinismo aveva perso il fascino, fin lì rimasto nel mio onirico. Vorrà qualche giorno, per tornarci. Il banalissimo spettacolo, degno di uno scarso grande fratello(minuscole volute)era condotto, insieme a una petulante fanciulla, da Simone Moro uno dei miei idoli dell'arrampicata. Se mai riuscirò a perdonarlo(penso lo farò)sarà con l'indulgenza dovuta a un puro. Credo sia dovuta all'ingenuità, di puro, aver consentito di partecipare allo scempio di una vetta come il Bianco, il cui gruppo era il preferito dal ragazzino alpinista Giancarlo.

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