venerdì 26 febbraio 2016

Dignità.

Non so decidere fra il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Il desiderio era per: tutto pieno, ma sapevo essere illusione, quindi devo rimanere nel dubbio. L'impressione certa, proviene dallo spettacolo(????) offerto dai nostri senatori(minuscola voluta), squallore. Salvo poche eccezioni, una sfilata di guitti bercianti e, per me, una sofferenza ascoltare discorsi sconclusionati. Avevo seguito, la scorsa settimana e la precedente, i teatrini allestiti da soggetti dalla mezz'età in avanti, su Senato Tv, esercitando tutto me stesso nello sforzo di non addormentarmi. Ogni tanto la scossa di un Giovanardi o Gasparri mi riportava miracolosamente al tema: Diritti civili, strappandomi alla voglia di sonno. Ieri, verso le diciotto, la conclusione con il voto di fiducia. A computer spento, cercavo di riassumere, di sintetizzare il dibattito nelle varie voci e il risultato. Più procedevo, maggiore era il senso d'una mancanza. Solo alla fine, con un senso di smarrimento, avevo capito cosa mancava, un termine: Dignità. E il bicchiere mezzo pieno si era svuotato.
Il ddl, così com'era, ed anche com'è passato, concede diritti, ma non restituisce la dignità sottratta da almeno un paio di millenni, anzi dalle parole di chi pure ha votato la fiducia: Angelino Alfano, è stato ribadito il concetto: contro natura, tanto per fissare la vita omosessuale, fuori della dignità umana e persino animale. Ecco, agli omosessuali si può e si deve dare la possibilità di sposarsi, di accedere alle adozioni, alla pensione di reversibilità, di potersi assistere e quant'altro, ma se non gli si restituirà la dignità rubata, io, noi, voi e tutta Italia può scordarsi d'essere: Paese civile.

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