mercoledì 20 aprile 2016

Migranti nel lusso.

Scaduto l'argomento trivelle sì, trivelle no, sulla mia pagina è ritornato l'impazzare di vicende personali, quisquilie di vario genere, qualche frase fatta pescata chissà dove, un numero ridotto di notizie interessanti, persino un paio di dispute, ma nessun riferimento, serio, al perdurare della tragedia, a noi invisibile, delle morti nel canale di Sicilia, nel Mar Egeo e nelle terre da dove fuggono i migranti. Non discuto sia d'importanza il quesito posto dal referendum, non discuto nemmeno l'impegno civile degli appelli per recarsi a votare, tanto per chiarire l'ho dato il mio voto, anche se con scheda bianca, non essendo rimasto pienamente convinto né dalle ragioni del sì, ma nemmeno da quelle del no. La scheda nera, invece, l'abbiamo depositata nell'urna del dimenticatoio, con un sì, sul quesito: chi se ne frega se muoiono sti cazzo di migranti!
Frega a me, per esempio, quindi batterò il chiodo anche al costo di sfinirmi. Lo farò di frequente, senza peli sulla lingua, senza rispetto verso chi vomita falsità con l'utilizzo di siti fornitori di bufale sui migranti, tipo: sono alloggiati in alberghi di lusso, oppure: ricevono 35 euro al giorno. Per inciso: i 35 euro vengono divisi così: 32,50 fra logistica vitto e alloggio, 2,50 come paghetta giornaliera all'assistito. Inciso 2: vi garantisce chi nei grandi alberghi ha lavorato che, lì dentro, nessun direttore, proprietario o società proprietaria, si sognerebbe di alloggiare qualcuno per 32,50 euro giornalieri, pasti inclusi poi, quando quella cifra non coprirebbe nemmeno il costo della prima colazione. Il massimo della generosità d'un grande albergo, per ospitare qualcuno a quel prezzo, sarebbe l'offerta di passare la notte, a digiuno, in piedi nell'armadietto delle scope. Forse. 

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