giovedì 17 settembre 2015

Compendio alle due lettere, aperte, indirizzate al signor Mario Jorge Bergoglio, Papa Francesco

Egregio signor Mario Jorge Bergoglio, Papa Francesco, Con questo scritto, intendo completare le due parti precedenti, e chiudere gli argomenti trattati. L'accusa alle Religioni, di essere alla base degli atti discriminatori verso le persone omosessuali, e della posizione minoritaria, delle donne, nella società, ha bisogno di una aggiunta. Le Religioni, hanno fondamento nella presenza di un Dio, su questo non ho nulla da obiettare, come nulla, ho da obiettare alle persone credenti, sul loro diritto di credere. Come avevo affermato, da non credente, nulla posso portare a prova dell'inesistenza di Dio, è semplice convincimento, il mio. Ciò non toglie il mio diritto a obiettare sull'autenticità divina delle Sacre Scritture. A meno di credere nel creazionismo, con l'avvento dell'intero Universo, pochi millenni fa, la presenza dell'uomo sulla Terra, nella variante Homo Sapiens è stimata, dagli antropologi, in 200.000 anni circa. Quella delle civiltà evoluta, con la nascita di agglomerati urbani, in circa 10.000. I primi caratteri scritti (geroglifici o cuneiformi) da 5000 a 6000. Nella storia umana: ieri, quindi. I Testi Sacri, non si sottraggono a questa scala, perciò sono di non troppo lontana stesura, la prova sta, anche nella forma, temporale, dei verbi. Sia nella Genesi, quanto nel Levitico, sono tutti al perfetto a significare che, l'estensore, si riferisce al lontano passato, come raccontasse eventi antichissimi. Vada per la Genesi nella parte della creazione dell'Universo, certamente tempi più che antichissimi, considerato l'età dell'evento (Miliardi d'anni). Ma il seguito? E il Levitico? Il levitico non può essere riferito a tempi antichissimi, se si vuole credere all'Esodo, evidentemente contemporaneo a Mosè e suo fratello Aronne stimato, dagli studiosi della Bibbia, un evento di circa 5.000 antecedente la nascita di Gesù. Si potrebbe parlare all'infinito sulla storicità della Bibbia, sull'esistenza dei Patriarchi, dello stesso Mosè ed Abramo, senza conciliare i diversi pareri, però una cosa è certa: il racconto biblico è opera maschile, ed essendo opera maschile, gli estensori, o l'estensore, hanno portato acqua al mulino dei maschi. Perché la Bibbia, sia nella storia, quanto nelle regole, è un trattato di profondo maschilismo. Non l'origine del maschilismo però, solo l'accentuazione dell'esistente, perché deve essere nato istintuale,  un difetto d'origine giustificato dalla forza fisica, che ha fatto credere, al maschio primordiale, di sentirsi autorizzato a dominare la femmina. Purtroppo, questo recesso antico, non si è mai, cancellato del tutto, nonostante la stima del peso, di una persona, sia passato dai muscoli alle capacità intellettive, da un po'. Anche solo questa ragione, sarebbe sufficiente a dover correggere il tiro dei Testi Sacri, ma ve n'è un altra di ordine morale: il genere femminile, nel corso della storia umana, solo raramente ha partecipato, in parte attiva, all'infinità di azioni efferate, compiute dal genere maschile, mentre, al contrario, quasi sempre, ha rappresentato la vittima. Succede ancora oggi. Sia nei tempi lontani, nei recenti, ma anche nell'attuale, il corpo femminile è considerato bottino del vincitore, se ne ha esempio in tutti i conflitti armati, ma anche nei conflitti sociali, come succede in India dove, le donne dalit, considerate; un nulla, per motivi di casta (recesso religioso) subiscono stupri collettivi. Certo, la Giustizia punisce gli stupri in tutte le Nazioni, seppure in maniera differente, ma non estirpa dal pensiero maschile il senso di superiorità e il correlato diritto del possesso, vero motivo alla base delle aggressioni. Spesso, in più, la colpa viene attribuita alla vittima, troppo bella, troppo svestita, quindi irresistibilmente provocante. Dov'è quindi, la tanto decantata superiorità maschile, anche intellettuale, come molti sostengono, se l'uomo non sa resistere alla vista di un corpo femminile, senza violarlo? D'accordo, non succede a tutto l'universo maschile, però in situazioni di vita normale perché, in occasione di una guerra, si rovescia il numero, solo in pochi si conducono con dignità. Fosse un comportamento reciproco, la partita femmine-maschio si chiuderebbe in pari, ma rarissimamente, le donne prevaricano l'uomo nel medesimo modo. In molti Paesi musulmani, l'uomo arriva all'eccesso. Interpretando il Corano (quindi anche il Testo Biblico, sua base) in senso addirittura restrittivo, il corpo della donna, è considerato, in sé, quasi un peccato e, la mente femminile, incapace di crescere. Di qui, l'obbligo a coprirsi, l'impedimento allo studio e all'accesso a qualsiasi attività professionale, riservando alle donne solo il compito di figlia, sorella, moglie, concubina e, naturalmente, corpo da godere. Perfino nel ruolo di madre, subisce limitazioni: non può mettere becco nell'educazione dei figli.
 Non immagino come, nei colloqui inter religiosi, ciò possa essere conciliato con la Religione Cristiana, anche dalla parte più conservatrice dei credenti . Ma questo esula dal mio possibile, il mio possibile è rivolgerLe la preghiera di portare, alle donne, pari dignità con l'uomo, a me piccola voce: impresa impossibile, quindi mi appello a Lei, autorevole voce. 
La questione riguardante le persone omosessuali, pur differente ha, pur sempre, una dipendenza comune: il maschilismo. La visione maschilista, vede nell'omosessuale, maschio, un traditore del proprio genere, dell'omosessuale femmina, non concepisce il rifiuto a concedersi, un affronto inconcepibile per chi stima essere, l'alfa e l'omega del creato. Questo, insieme alle condanne religiose, e non altro, rende la vita, agli omosessuali, difficile.
 La propensione omosessuale si rivela, al soggetto, per lo più a cavallo fra l'infanzia e l'adolescenza, quando le pulsioni ormoniche iniziano ad agire sulla sessualità, circa gli undici anni. Improvvisamente, una ragazzina, o un ragazzino, si accorge di essere attirata/o da un proprio simile, non sa bene cosa significhi ma, dai discorsi tenuti in famiglia, a scuola o dagli amici/e, conosce già lo stigma, riprovevole, destinato al diverso. Avrebbe bisogno di confidarsi, per essere chiarito, compreso, ma, i discorsi sopra citati, lo frenano, per cui si chiude, incomincia a non sentirsi fuori norma, ed ha inizio una sofferenza intima, talvolta insostenibile. Il percorso di crescita, sia nella femmina quanto nel maschio omosessuale, vorrà uno sforzo doppio: in primo, deve riuscire ad accettarsi, operazione non facile se, l'ambiente circostante, è ostile, sopratutto quello famigliare. In seconda istanza, è obbligato a superare i pregiudizi altrui e gli eventuali dileggi e insulti, non solo dei coetanei, ma di buona parte della società adulta. Talvolta, questa condizione di vita, può apparire insostenibile, una specie d'inferno in terra, e pensare di togliersi di mezzo, diventa facile soluzione, sopratutto nella fase adolescenziale, la più delicata. Già molto difficile, la vita di una persona omosessuale, nelle Nazioni dove non è perseguita in termini di legge, diventa tragica nei Paesi dove è considerata reato, oppure dove l'omofobia è molto marcata.
Se la Legge delle 7 Nazioni, che prevedono la pena di morte, si può tranquillamente definire: crimine contro l'umanità, quelle delle altre 67 Nazioni, che portano al carcere, ai lavori forzati, alle pene corporali, non vanno molto distanti dalla medesima conclusione perché, sovente, si chiudono in anticipo, con la morte del condannato. Ignoro se sia al corrente, Papa Francesco, del trattamento riservato, agli omosessuali maschi, da parte degli altri detenuti,  perciò lo illustro. ( Le femmine, dalle altre detenute, subiscono pochi soprusi)
Nelle sezioni maschili delle carceri, in qualsiasi Paese, l'omosessuale, da soggetto diventa oggetto e, da oggetto, viene trattato. Subito, all'arrivo in carcere, i detenuti li pesano. Gli anziani, gli sgraziati, i non appetibili vengono destinati alle botte e ai servizi più umili, i ragazzi, vengono divisi in due categorie, quelli da destinare a tutti, e quelli disputati per farne mogli, i più belli, letteralmente comprati, o pretesi, dai detenuti più influenti, o ricchi. Alcuni, dei destinati a tutti, si ribellano, e vengono convinti a botte, talvolta letteralmente linciati.  
Mi spiace dover citare questi casi, ma è necessario perché, i linciaggi di persone omosessuali, femmine e maschi, non hanno l'eccezione della sola galera, avvengono, spesso, anche fuori dalle carceri. Non esistono numeri ufficiali, perché solo nei casi di persone note, coinvolte, la notizia rimane ignorata. Cito la stima ufficiosa: 1384 l'hanno passato. Ma è un numero al ribasso, come è al ribasso il numero dei suicidi e delle aggressioni a causa d'omofobia. Altre conseguenze sono: la cacciata da casa, i ricoveri in cliniche specializzate, dove non si cura nulla, la prostituzione obbligata, perché non si sa come sostenersi, gli stupri.
Concludo, con un rimprovero, personale, a tutti gli uomini di Religione, che esprimono giudizi sommari sulle persone omosessuali: "non avete il diritto di giudicare ciò che non comprendete, per due motivi, il primo arriva da Gesù: NON GIUDICATE, SE NON VOLETE ESSERE GIUDICATI, il secondo arriva da me, non credente, in minuscolo, per modestia: Mi sento più cristiano di voi, perché non giudico, cerco solo di comprendere.  .
 Signor Jorge Mario Bergoglio, Papa Francesco, so di aver abusato della Sua Pazienza, voglia scusarmi. Grazie Giancarlo Molinari.   

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