Stamane, sulla mia pagina Facebook, avevo scritto:C'è un verbo, nella terza declinazione, più lo ripeto, più diventa empatico. Una sola persona, fra i quasi duecento amici, aveva capito a quale verbo mi riferissi: morire. Allarmata, mi aveva domandato se fosse un problema personale, o altro, il motivo di quella frase. Naturalmente l'avevo tranquillizzata, anche se tranquillizzandola non avevo sopito la ragione dell'empatia con morire. Perché scrivendola, pensavo di dividere i panni, di chi sta morendo da qualche parte, senza volontà propria, senza essere ammalato, senza essere a fine vita, senza colpa, le vittime dei conflitti in Africa e in Medio Oriente, e di coloro che, cercando di sfuggire la morte, l'avevano comunque incontrata fuggendo attraverso il mare. E' come, con loro, morissi anch'io.
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