Parlo della questione migranti. La spietatezza, nell'accoglierli a manganellate, in Macedonia, da parte dei Corpi di Polizia anti sommosse, le gabbie sub umane in Ungheria, il gettare pane dai camion, simile alla distribuzione di cibo a una massa di porci, ancora in Ungheria, il rifiuto di vari Paesi a dare una mano agli altri nell'accoglienza, sommato ai deliranti discorsi dei difensori, supposti, del nostro vivere cristianamente, Orban dixit, mi fanno pensare, con indulgenza, al califfo Bachr Al Bagdadi. Altro che: società cristiana da difendere, altro che: vogliamo conservare i nostri valori democratici, da quello che si vede, è il risorgere dello spirito nazista. Non ci sto, a condividere la mia vita in una società di immondi insetti succhia sangue, molto inferiori rispetto alle zecche, ai tafani e alle tenie intestinali. Almeno quelle, fanno il loro mestiere naturale, mentre le zecche, le tenie e i tafani umani, si rotolano contente, nella loro vigliaccheria, da quattro anni. Data da quattro anni, infatti, il conflitto fra il vivere civile e il ritorno ai tempi bui delle guerre di religione. Sarà un pretesto ma, il nascere del califfato, si veste di ragioni d'origine religiosa. Pretesto o non, è stato libero di diffondersi. Era necessario fermarlo subito, ma non si è fatto con il timore di mandare, in loco, i nostri eserciti, quindi con il rischio di contare morti fra i nostri militari. Ora, solo ora, si adombra la necessità, un po' tardi, mi pare, perché, nel frattempo, i morti delle popolazioni del Medio Oriente e in Africa, si contano in più di 300.000, senza contare la messa in schiavitù di migliaia di donne Yazide, schiavitù sessuale, per essere chiari. Non abbastanza per intervenire? Pare di no. Allora che si fa? Da ciò che si vede, la frustrazione, vigliacca, di non saper intervenire, si sfoga sui migranti, con una violenza degna degli inferi. I diavoli siamo noi, quindi.
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