Questo scritto, insieme al primo, dedicato alle persone omosessuali, più un terzo dove raccoglierò le mie conclusioni, mi impegno a inviarle, in cartaceo, alla Sua residenza romana di Santa Marta.
Desidero affrontare, con Lei, nella speranza di essere ascoltato, un secondo problema: La condizione femminile. Può apparire strano, sia un maschio ad affrontare l'argomento, in quanto la condizione minoritaria delle donne, in ben individuabili territori del Mondo più accentuata, in alcuni addirittura tragica, è responsabilità diretta di noi maschi. Non mi sento un traditore del mio genere, scendendo in campo per correggere l'ingiusta visione dell'altro sesso, sento piuttosto tradimento, alla ragione, pensarmi superiore alle donne. Eppure, trovo pochi alleati nella mia battaglia, che oso pensare anche Sua, perché giusta. Nella precedente lettera, avevo accusato le religioni, di essere colpevoli, secondo me, delle persecuzioni attuate contro le persone omosessuali, estendo l'accusa, anche per la condizione femminile. Anche impiegando le migliori intenzioni, non si riesce a trovare, nei Testi religiosi fondanti, una sola donna protagonista, i ruoli di peso sono demandati, tutti, a protagonisti maschili. Alle donne, vengono riservati i ruoli gregari di moglie, madre, figlia e sorella, nei casi peggiori: schiava o concubina. Non discuto, l'importanza socio-famigliare di madri, mogli, figlie e sorelle, trovo discutibile però, vengano soggette, sempre, all'autorità delle figure maschili. Naturalmente, stimo esecrabile la presenza di episodi di schiavitù e di concubinaggio.
Non credo ma, anche a un credente, penso sia difficile attribuire a Dio, la volontà di relegare le donne un gradino più in basso, eppure, secondo il Testo Biblico, si potrebbe credere. Trascuro l'episodio della costola di Adamo, necessaria a costruire Eva. Evidentemente un refuso, da parte dell'estensore, Dio non aveva bisogno di un pezzo d'osso per ricordarsi come si costruisce un corpo, tanto più, così diverso dal precedente. Salto all'episodio della cacciata, di Adamo ed Eva, dal Paradiso terrestre. Cito, testualmente, le parole attribuite a Dio, dopo l'episodio del frutto proibito. Genesi 3/16: Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà". Perché mai, a Eva, la pena suppletiva della sudditanza? Non era forse, Adamo, il custode primo della proibizione? Quindi il maggior colpevole? Poteva Dio, per antonomasia, definito di giustizia infinita, commettere un errore di giustizia, così evidente? Penso, non sia difficile, rispondere con un no. Non voglio addentrarmi, in questioni di pelo caprino, quindi non Le domando del come, e con chi, Set e Caino si procurarono una discendenza, per dimostrare il maschilismo della Bibbia è sufficiente l'episodio citato nel capitolo VI della Genesi.
Sempre testuale: "Quando gli uomini incominciarono a moltiplicarsi sulla Terra e nacquero loro figlie, i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli quante ne vollero"
Devo far notare che, i figli, sono di Dio, e le figlie, semplici creature di uomini? Devo far notare la dilagante poligamia o, se si vuole, concubinaggio plurimo? E Dio, nel caso, nulla aveva da ridire? Non credo di dover aggiungere, altri episodi della Genesi, ne aggiungerò uno del Levitico, in favore della mia tesi: la Bibbia è un testo scritto da maschi, per di più, all'interno di un periodo, povero di conoscenza.
Integrale: Il Signore parlò a Mosè e disse: Parla agli israeliti dicendo:Se una donna sarà rimasta incinta, e darà alla luce un maschio, sarà impura per sette giorni, sarà impura come nel tempo delle sue mestruazioni. L'ottavo giorno si circonciderà il prepuzio del bambino,poi ella resterà ancora trentatré giorni a purificarsi...................omissis, prosegue: Ma se partorisce una femmina, sarà impura due settimane,come durante le sue mestruazioni,resterà 66 giorni a purificarsi del suo sangue........................Per finire:Quando i giorni della sua purificazione per un figlio o una figlia saranno compiuti,porterà al sacerdote all'ingresso della tenda del convegno un agnello di un anno come olocausto e un colombo o una tortora in sacrificio per il peccato. Citazione un po' lunga, ma necessaria per dimostrare come, secondo la Bibbia, partorire una femmina, costi un'impurità doppia del caso di un maschio, non si capisce perché anche il sacrificio in riparazione del peccato, quale peccato? Forse l'essere rimasta incinta? Se così, il maschio non patisce niente? Eppure, pare necessaria l'opera di un maschio per generare figli. Già, però lui non ha necessità di partorire, né subisce perdite di sangue. Mi scuso dell'ironia. Le citazioni estratte dalla Genesi e dal Levitico, non vogliono essere un analisi critica dell'intera Bibbia, benché l'abbia letta per intero, mi ritengo inadatto a simile operazione, ma ritengo di poter affermare che, salvo nel Cantico dei Cantici, la visione della donna è fortemente riduttiva. Si ha necessità di arrivare al Nuovo Testamento, per trovare le donne trattate con rispetto. Nella Predicazione di Gesù, non si coglie una sola parola di disprezzo, nemmeno verso le peccatrici, quando nella Bibbia, invece, tali peccatrici, avrebbero subito la condanna della lapidazione. L'escursus nella Bibbia, era necessario a spiegare perché ritengo colpevoli le tre Religioni Monoteiste di tenere le donne un gradino sotto, in alcuni casi, anche più di un gradino, rispetto all'uomo. Tutte tre, fanno riferimento a Abramo, quindi alle Leggi Bibliche. E' vero che, il Cristianesimo, si ritiene fedele al pensiero di Gesù e alla sua predicazione salvifica, ma è pur vero abbia subito un inciampo, subito dopo la morte del Cristo, con l'avvento di S.Paolo. L'uomo, fornito di forte carisma, intriso di cultura biblica fino al collo, ben presto si impadronì della nuova Dottrina e,in buona parte, stravolse quel pensiero salvifico, riportando le Leggi Mosaiche in primo piano. Da lì, secondo me, derivarono tutte le lotte fra Cristiani, le apostasie, le guerre di religione, le scomuniche reciproche, perché ognuno pensava di possedere la verità, scritta nel Testo biblico, dimenticando Gesù. Mentre l'Ebraismo continuava il suo iter, sempre uguale, di riferimento biblico, nel sesto secolo nasceva la Religione Musulmana, anch'essa con riferimento ad Abramo. Del Corano, conosco solo qualche tratto, meglio conosco i dettami della Sharia, posso quindi giudicare le Leggi Islamiche, una radicalizzazione di Quelle Bibliche. Se nel Cristianesimo, del dopo S.Paolo, la donna riveste un ruolo minore, nel Musulmanesimo è ridotta a poco più del nulla. Un poco più in su, nelle forme del radicalismo Ebraico. Ora verrebbe lungo, in un solo scritto, descrivere, Religione per Religione, la condizione femminile nei secoli passati, e nell'oggi. La storia sociale dei secoli passati, si sa, non si può correggere, quindi , salvo qualche accenno, la trascurerò nel mio terzo scritto, che verrà presto, con la descrizione, seguita dalle mie critiche, sull'attuale visione della donna, nelle tre religioni, e le conseguenze connesse, che ne derivano. Anche in questa occasione, voglia, signor Mario Jorge Bergoglio, Papa Francesco, perdonare il mio ardire d'essermi rivolto a Lei, con questa analisi riduttiva del problema riguardante la condizione femminile. Cercherò di renderla più completa nel seguito. Grazie, Giancarlo Molinari.
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