domenica 1 febbraio 2015

DELIRIO

Tre giorni con febbre, tre giorni di tosse, brividi e tisane varie. E un sogno, forse incubo, forse realtà. Siccome della febbre, della tosse, dei brividi e delle tisane, non frega niente a nessuno, limiterò il racconto al sogno, o incubo, se si vuole. 
Mi ero appena svegliato, nel sogno però, non nel reale. Non so a voi, a me capita di sognarmi dormiente, con relativo risveglio, senza risvegliarmi realmente. La situazione, quindi, era quella di un risveglio non risveglio. Mi vedevo solo a osservare una miriade di teste, estesa all'infinito, al di là di un'alta separazione di sbarre d'acciaio. In mezzo a moltissimi sconosciuti, qualche conoscenza. Oddio, non proprio conoscenti stretti, erano facce viste in filmati, foto. Vedevo Renzi a braccetto di Grillo e Berlusconi, contemporaneamente intento a Twittare baci a Bersani, ancora più sorprendente l'Obama abbracciato a Sara Palin, e Papa Francesco al barbuto Califfo Al Baghdadi. Oh! Finalmente, mi ero detto, li hanno ingabbiati quei matti. Non quadrava però, la presenza dei molti bambini fra i matti. M'incuriosiva. Così, mi ero avvicinato alle sbarre, dove un moccioso, sui quattro anni, pareva molto interessato alla mia presenza. Teneva la testa appoggiata alle sbarre e, avesse potuto, ma erano troppo strette, l'avrebbe spinta al di qua, per vedermi meglio.
<Cosa fai, bambino, lì in mezzo?>
<Oh bella, questa. Come tutti gli altri sono venuto a vedere l'unico pazzo esistente al mondo>
<L'unico pazzo? Lo dici anche a me dove posso vederlo?>
Il piccolo, aveva guardato l'uomo al suo fianco
<Babbo, avevi ragione, è proprio scemo, non capisce niente> 
Poi, rivolto a me, con tono di sfida:
<Guardati l'ombelico>.
Ed era scappato, mescolandosi alla folla. Non avevo capito il senso dell'esortazione, quindi,mi ero rivolto al babbo:
<Vivace, suo figlio. Però, non ho capito cosa volesse dirmi>
<Semplice, gli fai pena rinchiuso in gabbia, così, ti ha suggerito il rimedio per guarire: guardarti l'ombelico>
<Non ha alcun senso, guardarsi l'ombelico, è un modo di dire, il rifiuto di guardarsi intorno> 
<Proprio quello, si deve fare. Ognuno, guardi il suo, niente altro>
<Non sono d'accordo>
<Questo, si sa! Sei appunto in gabbia per essere stato fra i pochi a votare contro>
<Votare contro a cosa?>
<All'appello rivolto alla popolazione mondiale, di farsi i cazzi propri, invece di rompere il cazzo ai manovratori>
<Ah, quello! Certo, avevo votato contro, come tutti, immagino>
<Già! Non puoi ricordare, dopo la sentenza che ha stabilito la pazzia di chi aveva votato contro, ti avevano sottoposto alla cura, per cancellare le idee sbagliate>
<Scusa, com'era andata la votazione? Non ricordo>
<Faccio prima a dirti il numero dei no: circa mezzo miliardo>
<Meno male, non tanti ma nemmeno pochissimi. Quanti i sì?>
<Sei miliardi e mezzo, compresi i bambini>
<I bambini?>
<Votavamo noi genitori, per loro>
<Lei, è contento di come è andata la consultazione?>
<Come tutti, qui fuori>
<Non si feliciti, oltre misura, cinquecento milioni di persone, sono molte più dei sanculotti, a Parigi, nel 1700, eppure i valori della rivoluzione: Egalité, Liberté, Fraternité, sono validi ancora oggi>
<Ieri, povero pazzo, ieri>
<No! Oggi! Siamo mezzo miliardo di persone a sostenerlo>
<Poverino, la cura ha cancellato,proprio tutto, dalla tua testa. Di quel mezzo miliardo; sei l'unico sopravvissuto. Come gli altri, avevi subito la condanna a morte, poi era stato deciso di tenerti in vita, come esempio da non imitare. Per questo sei chiuso in gabbia, in modo che, tutti, si possa vedere l'ultimo pazzo rimasto al mondo, nell'anniversario delle esecuzioni di massa. 
Sveglio! 
Sudato. Nausea. Brividi. Provocati dalla febbre?. MAH....................................................................................................!
22/1/2015

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