lunedì 2 febbraio 2015

SUPERFICIALITA'

Superficialità. Non è una voce del vocabolario, è la nostra, di noi italiani.
La usiamo come fosse il mantra perfetto per esprimere il giudizio su ogni avvenimento. Si prenda ad esempio l'appena eletto Presidente della Repubblica. Un secondo dopo l'elezione, senza contare il pre, tutti si sono sentiti in grado di giudicare la persona scovando, nel suo passato, episodi più o meno commendevoli. Evidentemente, lo specchio dove ci rimiriamo, per acconciare in maniera decente, il nostro aspetto il mattino, prima di presentarci al mondo, ha la facoltà di cancellare ogni nostro difetto, accentuando quelli del prossimo. Cambiamolo, quello specchio, perché menzognero, si appenda quello giusto, dove si vede la necessità di prove certe, per giudicare gli eventi, ed anche le persone. Il mio, sostituito tempo fa, suggerisce prudenza, suggerisce di vedere risultati, suggerisce di nutrire il dubbio, prima di darmi certezze. L'unica cosa certa, affermata dallo specchio, è l'aspetto dovuto all'età, la mia, di vecchio barbogio.
2/2/2015

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