domenica 1 febbraio 2015

Sterminio degli omosessuali

Riservo questo post all'unica categoria di persone che, il giorno della liberazione dei detenuti nei capi di sterminio, uscirono da un cancello per varcarne un altro; quello del carcere. Gli omosessuali. O meglio, i pochi omosessuali scampati allo sterminio. 
In Germania, In Gran Bretagna, ma anche in tutti i Paesi del Commonwealth, negli Stati Uniti, nella gran parte dell' America centrale, e del sud, in URSS, e Nazioni satellite, In Spagna, Portogallo, relative colonie, vigevano leggi penali in condanna dell'omosessualità, senza contare lo stigma di esseri depravati, ovunque, degni di emarginazione sociale. Il fatto quindi, che gli omosessuali fossero fra i perseguitati, e gli unici a esserlo anche dopo la chiusura dei campi di sterminio, passò per niente più di un atto di giustizia. Sono seguiti decenni di silenzio assoluto, sia sulla presenza degli omosessuali nei Lager. sia sul trattamento ferocemente inumano subito, ancora oggi non si conosce esattamente quanti siano passati nelle camere a gas, né quanti dai campi alle carceri. Timidamente, ogni tanto, più in seguito a insistenze di organizzazioni gay, viene speso qualche cauto discorso commemorativo, per lo più in sedi separate, come voler tenere le parole sotto traccia, e nessuno, proprio nessuno, ha mai osato chiedere scusa agli omosessuali, di averli emarginati, perfino, nella commemorazione delle vittime dell'Olocausto. 
Lo faccio io, oggi, anche se in ritardo di anni.
Scusate anche me, io c'ero ai tempi del vostro sterminio, ero un ragazzo ignorante di tutto, nemmeno sapevo il significato di omosessuale, niente conoscevo della sessualità umana, però c'ero, quindi mi sento corresponsabile..

27/1/2015

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