domenica 1 febbraio 2015

Verità scomoda, ma verità necessaria.

Un disservizio di Facebook, ma soprattutto una lunga gestazione hanno ritardato l'uscita di questo scritto. La lunga gestazione, non era dovuta al difficile argomento trattato, bensì, al timore di contrariare qualche amico. Adesso senza esitazione lo sviluppo, perché se è scomodo a qualcuno, è comunque giusto trattarlo, secondo una verità storica inoppugnabile. Sono passati tre giorni dal 27 gennaio, giorno della memoria, dedicato al cordoglio dei milioni di persone uccise nei campi di concentramento nazisti. Oggi, 30 gennaio, non si commemora ufficialmente nessuno, quindi spetta a me farlo. Nel medesimo periodo della furia nazista, il regime sovietico eliminava milioni di vite umane, forse 6, forse 10, forse di più. In questo caso, non si trattava di vittime provocate da un'ideologia folle, tesa a depurare la "razza ariana"(peraltro mai esistita). In URSS, andarono al macello, avversari politici, contadini espropriati delle loro terre, e un numero altissimo di autentici idealisti, che vedevano il paradiso degli operai diventare inferno.In più, naturalmente,i soliti omosessuali, asociali etc. Non faccio il conteggio delle vittime divise in categorie, mi è sufficiente, per indignarmi, sapere che almeno il 70% di quelle persone erano colpevoli di nulla, ma erano servite ad alimentare un industria dalla mano d'opera gratuita. Prima di chiudere desidero togliere di testa, a chi leggerà, il sospetto di un Giancarlo fascista. 
Non lo sono, le mie passioni politiche derivano da quelle di Piero Calamandrei, Galante Garrone, Norberto Bobbio, miei maestri in gioventù, mai abbandonati.
Ultima postilla per chiarire: L'unione Sovietica, nata per seguire gli ideali di eguaglianza, libertà e giustizia, aveva presto piegato verso il dispotismo di elite, quindi tutt'altro che comunismo, ma un bel fascismo colorito di rosso. Peccato, un occasione in più uccisa dalla sete di potere dell'uomo.

30/1/2015

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